Un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, ha scoperto i resti di un antico virus che risale al periodo giurassico, e che è stato inserito nel genoma di un antenato comune degli esseri umani 105 milioni di anni fa. La notizia è stata pubblicato su New Scientist venerdì scorso.
Aris Katzourakis, autore principale della ricerca, pubblicata all’inizio di febbraio sulla rivista bioRxiv, ha commentato che due ‘fossili’ virali appartenenti a un antico gruppo di virus del DNA identificati come Mavericks, che erano ‘nascosti in bella vista nel genoma umano’. Gli scienziati hanno stabilito che l’età del virus è di circa 268 milioni di anni.
Katzourakis stima che tra il 5% e il 10% del genoma umano sia costituito da retrovirus, come il comune raffreddore, che creano copie dei loro geni RNA nei genomi delle cellule che infettano, causandone la trasmissione di generazione in generazione attraverso le cellule che danno origine agli
“Non ci sono molti virus non retrovirali nel nostro genoma”, afferma Katzourakis, aggiungendo che “questo è l’unico virus del DNA nel genoma umano di cui siamo a conoscenza ed è certamente il più antico inserto non retrovirale nei nostri genomi”.
Resti del virus Maverick sono stati precedentemente trovati nei genomi di alcuni pesci, anfibi e rettili non aviari, ma non nei mammiferi. I ricercatori ritengono che il virus Maverick possa essere stato trasmesso a quest’ultimo dai pesci.
Le cause che hanno portato alla scomparsa del virus Maverick nei mammiferi non sono state ancora determinate, anche se si ritiene che possa essere mutato fino a diventare irriconoscibile.