Per la prima volta, gli scienziati hanno identificato l’origine di un neutrino che viaggiava dall’esterno della galassia. Nessuno sa esattamente quale sia il suo fine, ma i neutrini sono particelle molto piccole, simili agli elettroni, che viaggiano a una velocità simile a quella della luce. È noto che abbondano nell’universo e che ci possono trafiggere da milioni in appena un secondo, senza che ce ne accorgiamo.
Quindi la scoperta della sua genesi è un fatto senza precedenti, che potrebbe cambiare per sempre l’astronomia. Perché? Ciò significa che sono ora disponibili informazioni sulle possibili origini dei “raggi cosmici ad alta energia“, che possono aiutare a risolvere un vecchio mistero. Da dove proviene la radiazione cosmica, scoperta dal fisico Victor Hess nel 1912. María Victoria Fonseca, presidente del MAGIC Collaboration Board e professore presso l’Università Complutense di Madrid (UCM), afferma:
“Questo lavoro pionieristico di coordinamento tra tecniche di osservazione così disparate in osservatori sparsi in tutto il mondo, nei luoghi più estremi dell’universo, apre una nuova era nella scoperta di messaggeri cosmici, offrendoci una nuova prospettiva del cosmo”.
Le particelle ad alta energia provengono da un blazar, un buco supermassiccio nel centro di una galassia che assorbe la materia ed emette getti di radiazioni. Francis Halzen, il principale investigatore dell’osservatorio IceCube, ha dichiarato:
“Questa campagna ha coperto tutte le lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico, dalla radio ai raggi gamma e, soprattutto, il neutrino IceCube che ha lanciato l’allarme”.
Ecco perché questa scoperta, che costituisce una pietra miliare scientifica, apre nuove possibilità per l’astronomia, dal momento che sono stati usati due tipi di messaggeri: onde elettromagnetiche e neutrini.
L’Istituto di Astrofisica delle Isole Canarie (IAC) e IceCube hanno spiegato che c’è un’alta probabilità che il neutrino abbia avuto origine in un buco nero attivo nel centro di una galassia distante di tipo blazar, nella costellazione di Orione.
Secondo la rivista Science, la scoperta aiuta ad aprire nuove finestre sull’universo.
Una traccia della radiazione cosmica.
L’universo è immerso nei raggi cosmici, insiemi di particelle accelerati a grandi velocità che raggiungono costantemente la Terra, sebbene l’atmosfera ci protegga da essi. Tuttavia, l’origine dei raggi cosmici più energetici, noti da più di 100 anni, era un mistero fino ad oggi.
I raggi cosmici consistono principalmente di protoni ad alta energia. Come spiega Elisa Bernardini, investigatrice principale del progetto al MAGIC, scienziato del DESY Zeuthen e dell’Università Humboldt di Berlino, il fatto che sia così difficile trovare le fonti di origine dei raggi cosmici è dovuto al fatto che “i protoni di carica elettrica” i positivi sono deviati dai campi magnetici nello spazio, quindi, non viaggiando in linea retta, non possiamo vedere la direzione da cui provengono”.
Al contrario, neutrini e fotoni, non avendo carica elettrica, percorrono l’universo senza deviare. Ciò consente di identificare gli oggetti astrofisici in cui sono stati creati. D’altra parte, i blazares sono oggetti che appartengono alla famiglia dei nuclei attivi delle galassie; sono conosciuti come i più estremi e variabili in tutte le bande dello spettro elettromagnetico.