A novembre 2021 bitcoin non sembrava avere un tetto. Aveva raggiunto l’incredibile quota di 68 mila dollari USA e aveva fatto registrare il suo massimo storico che si è diffuso al resto del mercato delle criptovalute. Quella pietra miliare è rimasta lì, e la verità è che da allora il prezzo non ha fatto altro che scendere. In questi giorni lo ha fatto con particolare forza, e oggi siamo in una situazione radicalmente opposta con un bitcoin sotto i 34 mila dollari. Un brutale ribasso del 50% che dimostra ancora una volta l’estrema volatilità di questa e del resto delle criptovalute.
Tassi di interesse
Gli Stati Uniti hanno preso una decisione singolare la scorsa settimana e hanno alzato i tassi di interesse di mezzo punto (0,50%), un aumento considerevole che non veniva applicato dal 2000. L’obiettivo della Federal Reserve è combattere l’inflazione, ma l’effetto è stato immediato sul mercato azionario, con un crollo significativo delle grandi società tecnologiche, che erano già in stasi. Il Nasdaq100 ha perso il 13% solo nell’aprile 2022 e la perdita cumulativa finora nel 2022 è del 21%.
Bolla speculativa
La caduta del mercato azionario di Apple, Microsoft, Tesla, Alphabet o Meta riporta il dibattito sul fatto che siamo in un’altra bolla delle dot com. Non sembra così: i risultati finanziari della maggior parte delle ‘big tech’ (con eccezioni come Netflix) sono molto positivi al momento, e in molti casi si prevede che continueranno ad esserlo nei prossimi trimestri.
È chiaro che la situazione su scala globale è compromessa da tutto quello che è successo negli ultimi due anni (la guerra in Ucraina è stata un’altra goccia che ha fatto traboccare il vaso) ma gli analisti sembrano puntare più a una correzione, non a una “esplosione della bolla” come quella vissuta nel 2000.
Le criptovalute non vivono su un mercato indipendente
Si potrebbe pensare che le criptovalute debbano andare per la loro strada perché sono prodotti molto diversi da quelli che vengono gestiti nel mercato azionario tradizionale, ma le tendenze economiche pesano (molto) sul
Il rialzo dei tassi di interesse ha avuto un chiaro effetto sulla caduta degli investimenti “più rischiosi” (quelli tecnologici e soprattutto crittografici) e hanno finito per causare un enorme calo dell’intero mercato delle criptovalute, con cali cumulati di circa il 15% negli ultimi sette giorni secondo CoinMarketCap.
Cosa ci aspetta in futuro
Gli Stati Uniti continuano a dettare il passo e ciò che accade lì ha un impatto significativo sul resto del mondo. Il tasso di disoccupazione è molto basso, gli stipendi alti e questo incide anche sulla lotta all’inflazione: si parla già di un altro rialzo dei tassi di interesse dello 0,75%, che renderebbe gli investimenti più rischiosi.
Se ciò accade, sia bitcoin che il resto delle criptovalute potrebbero essere interessati. Gli investitori hanno voluto evitare problemi e vendere ordini (per prendere profitti o ridurre al minimo le perdite) sono stati una legione. Ora resta da vedere come funzionano queste misure anti-inflazione e come reagiscono gli investitori a questi sviluppi.