Perché dobbiamo combattere il coronavirus con compassione? Ce lo spiega il 14esimo Dalai Lama con le parole che seguono.
A volte, alcuni amici mi chiedono di aiutare con alcuni problemi nel mondo, usando alcuni “poteri magici”. Dico sempre loro che il Dalai Lama non ha poteri magici. Se li avessi, non proverei dolore alle gambe o mal di gola. Siamo tutti uguali come esseri umani e sperimentiamo le stesse paure, le stesse speranze, le stesse incertezze.
Dal punto di vista buddista, tutti gli esseri senzienti hanno familiarità con la sofferenza e le verità della malattia, della vecchiaia e della morte. Ma come esseri umani, abbiamo la capacità di usare le nostre menti per conquistare rabbia, panico e avidità. Negli ultimi anni ho sottolineato il “disarmo emotivo“: cercare di vedere le cose in modo realistico e chiaro, senza la confusione della paura o della rabbia.
Se un problema ha una soluzione, dobbiamo lavorare per trovarlo; in caso contrario, non dovremmo perdere tempo a pensarci.
Noi buddisti crediamo che il mondo intero sia interdipendente. Ecco perché parlo spesso di responsabilità universale. Lo scoppio di questo terribile coronavirus ha dimostrato che ciò che accade a una persona può presto colpire tutti gli altri esseri. Ma ci ricorda anche che un atto compassionevole o costruttivo – che si tratti di lavorare negli ospedali o semplicemente di rispettare le distanze sociali – ha il potenziale per aiutare molti.
Da quando sono uscite le notizie sul coronavirus a Wuhan, ho pregato per i miei fratelli e sorelle in Cina e ovunque. Ora possiamo vedere che nessuno è immune al virus. Siamo tutti preoccupati per i nostri cari e il futuro, sia nell’economia globale che nelle nostre case. Ma le preghiere non bastano.
Questa crisi dimostra che tutti dobbiamo assumerci la responsabilità dove possiamo. Dobbiamo combinare il coraggio che i medici e gli infermieri stanno dimostrando con la scienza empirica per iniziare a trasformare questa situazione e proteggere il nostro futuro da minacce più simili.
In questo momento di grande paura, è importante pensare alle sfide a lungo termine – e alle possibilità – del mondo intero. Le fotografie della nostra Terra dallo spazio mostrano chiaramente che non ci sono confini reali sul nostro pianeta blu. Pertanto, tutti dobbiamo occuparcene e lavorare per prevenire i cambiamenti climatici e altre forze distruttive. Questa pandemia serve come avvertimento che solo unendoci in una risposta globale coordinata affronteremo l’entità senza precedenti delle sfide che affrontiamo.
Dobbiamo anche ricordare che nessuno è libero dalla sofferenza ed estendere le nostre mani a coloro che non hanno le case, le risorse o la famiglia per proteggerli. Questa crisi ci mostra che non siamo separati gli uni dagli altri, anche quando viviamo separati. Pertanto, tutti abbiamo la responsabilità di esercitare compassione e aiuto.
Come buddista, credo nel principio dell’impermanenza. Nel tempo, questo virus passerà, come ho visto guerre e altre terribili minacce accadere durante la mia vita, e avremo l’opportunità di ricostruire la nostra comunità globale come abbiamo fatto molte volte in precedenza. Spero sinceramente che tutti possano essere tranquilli e al sicuro. In questo momento di incertezza, è importante non perdere la speranza e la fiducia negli sforzi costruttivi che così tante persone stanno intraprendendo.