Da tempo immemorabile l’umanità guarda al cielo con l’eterna domanda: siamo soli nell’universo? Marte, il pianeta rosso, è stato oggetto di particolare attenzione a causa delle promettenti possibilità di ospitare vita extraterrestre. Nessuno però si aspetta di trovare alieni verdi con la testa aliena, quando si parla di alieni si parla di qualsiasi altra forma di vita, ma quella meno attesa è quella delle “scimmie verdi”.
A parte la forma immaginaria extraterrestre, la Cina ha recentemente compiuto un passo coraggioso nella ricerca di risposte, inviando nello spazio un microrganismo residente sulla Terra nella speranza di svelare il mistero della possibile esistenza della vita su Marte.
Quale microrganismo ha viaggiato nello spazio?
Il microrganismo in questione appartiene al gruppo degli archaea (che significa “batteri antichi”), forme di vita primitive che prosperano in ambienti privi di ossigeno, come il fondo del mare o lo stomaco dei ruminanti. Questo microscopico viaggiatore è stato trasportato dalla nave cargo Tianzhou-7 alla stazione spaziale cinese, dove sarà sottoposto a un esperimento senza precedenti, affrontando radiazioni cosmiche, microgravità e temperature estreme, simulando così le condizioni marziane.
Qual’è il suo obiettivo?
Il professor Liu Zhu, del Dipartimento di Scienze del Sistema Terra dell’Università Tsinghua, guida questo esperimento innovativo. Il suo obiettivo è verificare se questi archaea, tra le forme di vita più antiche della Terra e noti per essere produttori di metano, possono sopravvivere in un ambiente simile a quello di Marte. L’importanza di questo studio risiede nella sua capacità di far luce sui segnali di metano rilevati su Marte dalla sonda americana Curiosity, segnali che hanno sconcertato la comunità scientifica per anni.
Gli scienziati ipotizzano che il metano potrebbe essere un sottoprodotto del metabolismo di qualche organismo extraterrestre, e gli archaea , essendo grandi produttori di questo gas sulla Terra, potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nell’enigma marziano. Tuttavia, gli attuali limiti tecnologici impediscono il rilevamento “in situ” di segni di vita extraterrestre, motivando Liu a proporre un approccio inverso: inviare un archaea nello spazio e vedere se può adattarsi e produrre metano in condizioni simili a quelle su Marte.
I progressi della Cina
La stazione spaziale Tiangong, operativa da circa dieci anni, si sta rivelando un contesto cruciale per questo esperimento pionieristico. Nel prossimo futuro, potrebbe diventare l’unica stazione spaziale al mondo se la Stazione Spaziale Internazionale, guidata dagli Stati Uniti e con l’accesso alla Cina bloccato per motivi militari, andrà in pensione come previsto quest’anno.
Il futuro
La Cina ha dimostrato un serio impegno nell’esplorazione spaziale, distinguendosi per notevoli successi come l’atterraggio della sonda Chang’e 4 sul lato nascosto della Luna e l’arrivo su Marte. Questi risultati consolidano la Cina come il terzo paese, dopo gli Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica, a realizzare la “smartizzazione”.