La California è “in ritardo” sui terremoti: uno studio rivela anomalie sismiche uniche al mondo

Terremoti in California: una regione geologicamente “fuori scala”

La California rappresenta un’anomalia nel panorama globale dei terremoti. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista JGR Solid Earth, i sistemi di faglie dello Stato sono più propensi a essere “in ritardo” rispetto alla media mondiale, ovvero superano più spesso l’intervallo medio di tempo tra due forti terremoti.

Questa condizione di “sovraccarico sismico” potrebbe influenzare le previsioni globali sui terremoti, considerando che i modelli usati per stimare i rischi sismici in tutto il mondo si basano in parte sui dati provenienti proprio dalla California.

Lo studio: confronto tra faglie californiane e altre zone sismiche del mondo

Lo studio, guidato dalla geoscienziata Vasiliki Mouslopoulou del National Observatory of Athens, ha esaminato le ricorrenze storiche dei terremoti su diverse faglie attive, analizzando in particolare il tempo trascorso dall’ultimo evento sismico rilevante rispetto all’intervallo medio tra due scosse importanti.

I ricercatori hanno confrontato i dati della California con quelli di altre quattro regioni ad alta sismicità: Giappone, Grecia, Nuova Zelanda e l’area del Basin and Range, che comprende zone di Nevada, Utah, Arizona e Messico nord-occidentale.

I risultati sono chiari: circa il 45% delle faglie californiane è attualmente “in ritardo” rispetto alla durata media del proprio ciclo sismico, mentre meno del 20% delle faglie nelle altre regioni mostra la stessa anomalia.

Faglie veloci e cicli sismici: cosa rende la California diversa

Una delle ragioni alla base di questa peculiarità è che molte faglie californiane, in particolare la famosa faglia di Sant’Andrea, sono considerate faglie a scorrimento veloce. Queste faglie si muovono rapidamente lungo i propri piani di frattura, generando terremoti con maggiore frequenza rispetto ad altre faglie nel mondo.

Questa maggiore attività ha permesso agli scienziati di raccogliere dati geologici dettagliati, grazie a scavi su trincee che evidenziano la storia delle rotture del terreno. Al contrario, faglie che si muovono lentamente (magari ogni 10.000 anni) forniscono pochissimi dati, rendendo più difficile determinare se siano “in ritardo”.

Impatto sui modelli globali di previsione dei terremoti

Il fatto che la California sia un’eccezione potrebbe distorcere le previsioni globali. I modelli sismici internazionali, spesso calibrati sui dati californiani, potrebbero sovrastimare il rischio sismico in altre regioni, dove i terremoti non seguono gli stessi ritmi.

Per migliorare l’accuratezza delle previsioni, i ricercatori suggeriscono di calcolare l’intervallo tra la penultima e la terzultima scossa significativa invece di concentrarsi solo sul tempo trascorso dall’ultimo evento sismico. Questo approccio si è dimostrato più affidabile fuori dalla California.

Supercicli e la quiete sismica attuale

Attualmente, la California si trova in un periodo relativamente tranquillo dal punto di vista sismico. Tuttavia, Mouslopoulou sottolinea che potrebbe trattarsi solo di una fase di quiete temporanea.

Alcuni studi ipotizzano che i terremoti lungo la faglia di Sant’Andrea possano verificarsi in “supercicli”, cioè in sequenze intense seguite da lunghi periodi di calma. Le cause di questi cicli non sono ancora chiare, ma potrebbero essere legate alla zona di subduzione situata al largo della costa pacifica, dove la placca oceanica del Pacifico scivola sotto quella nordamericana.

Prossimi sviluppi: confronto con altre faglie a scorrimento rapido

Il prossimo passo per i ricercatori sarà confrontare le faglie californiane con altri sistemi a scorrimento veloce nel mondo, come la regione dell’Anatolia in Turchia o le zone di subduzione lungo la costa del Cile.

Sarà molto interessante capire come queste faglie rapide si confrontino con quelle californiane”, ha concluso Mouslopoulou.

Un campanello d’allarme per la preparazione sismica

Questo studio evidenzia come la California, pur essendo un punto di riferimento per la sismologia mondiale, si comporti in modo unico rispetto al resto del pianeta. Comprendere e distinguere questi comportamenti anomali è cruciale per migliorare le strategie globali di previsione e mitigazione del rischio sismico.