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Statue coperte durante la visita di Rouhani. Bonito Oliva a Effetto Notte su Radio 24: “Sembra di tornare indietro di cinque secoli, nel 1564 la Chiesa impose agli artisti il guardiano della fede”. Un fatto menzionato anche da Maurizio Crozza nella copertina a DiMartedì del 26 gennaio (guarda il video seguendo il link).

“Con questa vicenda sembra di tornare indietro di cinque secoli”. Lo afferma, anticipando l’intervento questa sera nella trasmissione ‘Effetto Notte le notizie in 60 minuti‘ di Roberta Giordano su Radio 24, il critico d’arte Achille Bonito Oliva. Commentando il caso delle statue nude dei Musei capitolini coperte per non urtare la sensibilità del presidente iraniano Rouhani in visita dal Papa, Bonito Oliva ricorda: “Nel 1564 la Chiesa cattolica impose agli artisti, quando dipingevano, ad avere vicino una sorta di guardiano della fede: un prete, un monaco che controllassero l’ortodossia iconografica dell’opera in corso.

Se no, il pittore andava bloccato. Ma successe altro. Il Papa Paolo IV incarica Daniele da Volterra, un pittore che aveva lavorato anche con Michelangelo, di mettere le braghette ai nudi del Giudizio universale della Cappella Sistina di Michelangelo. E perciò Daniele da Volterra viene chiamato il Braghettone”.

Idea per future visite dei presidenti iraniani in Italia (o dei loro simili)

“Trovo – sottolinea il critico d’arte ai microfoni di Radio 24 – che questa sorta di risposta ospitale, per non ledere la sensibilità di un’altra cultura, contraddice quello che è il valore centrale dell’arte: l’arte è coesistenza delle differenze. Possono coesistere mentalità diverse e civiltà diverse, ma a partire dal fatto che ci sia sempre il riconoscimento della diversità”.