SPAZIO NEWS – La scoperta di un pianeta errante delle dimensioni equivalenti a quella della Terra, il più piccolo del suo genere mai scoperto finora, fornisce nuove prove che questi tipi di corpi celesti potrebbero essere gli oggetti più comuni nella nostra galassia.
Secondo lo studio pubblicato il 29 ottobre sull’Astrophysical Journal Letters, dal titolo “A Terrestrial-mass Rogue Planet Candidate Detected in the Shortest-timescale Microlensing Event”, questi pianeti sono rimasti orfani dopo essere stati espulsi dal rispettivo sistema planetario a causa degli effetti gravitazionali di altri corpi celesti: viaggiano attraverso la vastità dello spazio nell’oscurità, ignari di qualsiasi ciclo diurno o annuale.
Quasi tutti i circa 4.000 pianeti conosciuti al di fuori del sistema solare orbitano attorno a una stella ospite, la cui luce, come osservato dalla Terra, viene attenuata ad intervalli regolari dalla traiettoria del pianeta, permettendone così la scoperta.
La lente d’ingrandimento astronomica di Einstein
Tuttavia, i pianeti vaganti possono essere rilevati solo attraverso il microlensing gravitazionale, un fenomeno astronomico che risulta dalla teoria della relatività generale di Einstein. Si osserva quando un oggetto massiccio piega la luce da una fonte di luce distante, ingrandendola simile a una lente d’ingrandimento.
I pochi pianeti vagabondi finora conosciuti avevano una massa compresa tra 2 e 40 volte quella di Giove (la massa di questi 300 essendo maggiore di quella della Terra) e furono rilevati osservando una microlensing gravitazionale della durata di diversi giorni.
Nel caso invece di un corpo celeste con una massa simile a quella della Terra, questo fenomeno non dovrebbe superare alcune ore, poiché più piccolo è l’oggetto leggero flettente, più breve sarà questo cambiamento di luminosità.
Il più piccolo pianeta errante mai conosciuto
Nel giugno 2016, gli autori dello studio hanno osservato una microlente
L’oggetto che ha prodotto quell’evento astronomico si trova a circa 27.000 anni luce da noi, nell’area più densa della Via Lattea e, secondo i calcoli degli scienziati, non è collegato a nessuna stella entro una distanza di 8 unità astronomiche, con cui è quasi certo che sia un pianeta vagabondo.
I ricercatori stimano che la sua massa sia la metà o l’equivalente dell’intera massa della Terra, rendendolo di gran lunga il più piccolo pianeta mai scoperto.
Teoria confermata o fortuna?
Se gli astronomi dovessero osservare una singola stella in attesa di assistere alla microlente gravitazionale, ci vorrebbero quasi un milione di anni perché ciò accada, ha spiegato Przemek Mroz, ricercatore presso il California Institute of Technology e autore principale dello studio.
“Le possibilità di rilevare un oggetto di massa così ridotta sono estremamente ridotte”, ha detto lo scienziato su Live Science. Ha aggiunto: “O siamo stati troppo fortunati o tali oggetti sono molto comuni nella Via Lattea. Potrebbero essere comuni quanto le stelle”.
“Le teorie sulla formazione planetaria prevedevano che la maggior parte dei pianeti fluttuanti avrebbe dovuto avere una massa simile alla Terra o meno, ma questa è la prima volta che siamo stati in grado di trovare un pianeta di massa così ridotta“, ha concluso.