Microbi sulla Luna: Le Ombre Lunari Come Habitat Improbabile

Le Ombre della Luna Potrebbero Ospitare Microbi: Perché Questo è un Problema Importante

La possibilità che microbi possano sopravvivere nelle regioni permanentemente in ombra (PSR) della Luna è al centro di un nuovo studio presentato alla 56ª Conferenza di Scienza Lunare e Planetaria.

Un team di ricercatori provenienti da Stati Uniti e Canada ha analizzato la probabilità di sopravvivenza a lungo termine di microorganismi in queste aree della Luna, in particolare all’interno di crateri situati ai poli, dove non arriva mai la luce solare a causa dell’inclinazione assiale ridotta della Luna.

Questo studio ha il potenziale di aiutare gli scienziati a comprendere meglio quali possano essere gli ambienti più improbabili in cui si potrebbe trovare vita nel Sistema Solare, ampliando le possibilità di ricerca di vita extraterrestre.

La Motivazione Dietro lo Studio

L’idea di studiare la possibilità che microbi terrestri possano sopravvivere nelle regioni lunari prive di luce solare nasce da ricerche precedenti. Come racconta Dr John Moores, professore associato presso il Centre for Research in Earth and Space Science della York University e principale autore dello studio, nel 2019 ha partecipato a una ricerca sul potenziale della Luna di preservare la contaminazione microbica da parte di veicoli spaziali, guidata dal ricercatore della University of Florida, Dr Andrew Schuerger.

In quella fase, i crateri in ombra non erano stati presi in considerazione a causa della complessità nel modellare l’ambiente di radiazione ultravioletta in quella zona. Tuttavia, negli anni successivi, un suo ex studente, Dr Jacob Kloos dell’University of Maryland, ha sviluppato un sofisticato modello di illuminazione.

Con il rinnovato interesse per l’esplorazione delle PSR, il team ha deciso di esaminare nuovamente queste aree, scoprendo che avevano ora tutti gli strumenti necessari per comprendere se queste regioni potessero effettivamente preservare la contaminazione microbica terrestre.

I Risultati Principali dello Studio

Il team di ricercatori ha condotto una serie di simulazioni per determinare se la ridotta radiazione ultravioletta (UV) e le temperature estremamente basse nelle PSR potessero permettere la sopravvivenza di microorganismi all’interno dei crateri Shackleton e Faustini.

La scelta di questi due crateri si basa su studi precedenti che hanno modellato la quantità di luce che entra in questi crateri, che sono anche considerati obiettivi per i futuri atterraggi delle missioni Artemis.

I crateri lunari PSR sono caratterizzati dall’assenza di luce solare a causa dell’inclinazione assiale della Luna, che è di circa 1,5 gradi rispetto al Sole (in confronto, l’inclinazione assiale della Terra è di circa 23,5 gradi). Questo piccolo angolo di inclinazione fa sì che alcuni crateri, come Shackleton e Faustini, non ricevano luce solare da potenzialmente miliardi di anni. Nonostante la Luna non abbia un’atmosfera e sia esposta al vuoto dello spazio, questa condizione crea ambienti estremamente freddi che, secondo i ricercatori, potrebbero preservare i microbi per periodi molto lunghi.

Perché la Contaminazione Microbica è una Preoccupazione

“Nel vuoto spaziale, i microbi sono solitamente distrutti da alte temperature e radiazione ultravioletta”, spiega Dr. Moores. “Tuttavia, le PSR sono molto fredde e buie, e per questo sono uno degli ambienti più protetti del Sistema Solare per i tipi di microbi che solitamente si trovano a bordo delle sonde spaziali.

È chiaro che questi microbi non possono metabolizzare, replicarsi o crescere, ma probabilmente rimangono vitali per decenni, fino a quando le loro spore non vengono distrutte dal vuoto. Le molecole organiche che compongono le loro cellule potrebbero persistere molto più a lungo”.

Le PSR lunari, in particolare Shackleton, sono diventate obiettivi strategici per le missioni NASA Artemis, grazie alla presenza di potenziali depositi di ghiaccio d’acqua che potrebbero essere utilizzati dagli astronauti per ottenere acqua, ossigeno e carburante.

Tuttavia, ogni missione spaziale porta con sé il rischio di contaminare involontariamente il sito con microbi terrestri, compromettendo la purezza scientifica delle ricerche. Questo potrebbe influire sui dati raccolti e portare a risultati imprecisi nell’indagine sulla vita extraterrestre.

Come le Conclusioni dello Studio Possono Influenzare l’Esplorazione Umana della Luna

La protezione planetaria, un aspetto fondamentale delle missioni spaziali, si occupa di garantire che le sonde siano sterilizzate prima del lancio per prevenire la contaminazione dei corpi celesti. Tuttavia, come sottolinea Dr. Moores, è molto più difficile decontaminare equipaggiamenti e tute spaziali utilizzate durante le missioni umane.

Pertanto, gli astronauti che atterreranno nelle PSR potrebbero trasportare una quantità significativamente maggiore di contaminazione microbica, che potrebbe rimanere in queste aree per lunghi periodi di tempo, influenzando potenzialmente i microbi naturali esistenti.

“Anche se possiamo pulire piuttosto bene le sonde robotiche, è più difficile garantire che le attrezzature usate nell’esplorazione umana siano completamente decontaminate”, afferma Dr Moores.

Questo solleva preoccupazioni riguardo alla protezione delle PSR, ma, come spiega lo studioso, la questione riguarda più la preservazione della purezza scientifica delle aree per future ricerche, piuttosto che la protezione planetaria vera e propria. La contaminazione potrebbe compromettere gli studi su aspetti cruciali come la provenienza e l’origine del ghiaccio d’acqua presente nei crateri lunari.

Come Potrebbero Essere Arrivati i Microbi nelle PSR Lunari?

La domanda su come i microbi potrebbero essere arrivati nelle PSR lunari è complessa. Sebbene le probabilità di una contaminazione microbica terrestre siano basse, microspore potrebbero essere sopravvissute all’impatto di veicoli spaziali che hanno colpito la Luna, come il Ranger spacecraft durante le missioni Apollo.

Inoltre, nel 2009, la missione LCROSS della NASA ha deliberatamente fatto schiantare la sua centaura nel cratere Cabeus, situato vicino al polo sud lunare, con l’obiettivo di misurare la quantità di acqua presente nell’eiettato.

Sebbene le probabilità che microbi terrestri siano già presenti nelle PSR siano basse, la possibilità non è da escludere completamente. Se i microbi sono sopravvissuti agli impatti di sonde spaziali, potrebbero essere stati dispersi in tutta la superficie lunare. In ogni caso, lo studio solleva importanti interrogativi non solo sul destino dei microbi, ma anche sulla formazione e evoluzione della Luna stessa.

Le scoperte future potrebbero rivelare nuove informazioni sui microbi presenti sulla Luna e sul modo in cui la contaminazione microbica possa influire sulla nostra ricerca di vita extraterrestre, e chissà che altre sorprese ci riserverà il nostro satellite.