Lavoro e IA: milioni di posti a rischio secondo Amodei

AVvXsEhhfpDfNgVzKj9ZY72Z4EfokokDFxFVaCr

Il futuro della intelligenza artificiale: crescita economica, progresso medico e milioni di posti di lavoro a rischio

Secondo Dario Amodei, CEO di Anthropic ed ex vicepresidente di ricerca di OpenAI, lo sviluppo accelerato dell’intelligenza artificiale porterà enormi benefici all’umanità, ma anche profonde trasformazioni economiche e sociali. Tra queste, una delle più drammatiche potrebbe essere l’eliminazione massiccia dei lavori qualificati, in particolare quelli d’ufficio, portando a una nuova crisi occupazionale globale.

Una previsione inquietante: “Il cancro si cura, ma il 20% della popolazione sarà disoccupata”

Nel corso di un’intervista rilasciata ad Axios, Amodei ha delineato un futuro dove l’IA rivoluziona medicina, economia e governance, ma a un costo sociale elevato: “Il cancro si cura, l’economia cresce del 10% all’anno, il bilancio statale è in equilibrio e il 20% della popolazione non ha lavoro”.

L’imprenditore sottolinea come la trasformazione tecnologica spinta dall’IA possa compromettere profondamente il mercato del lavoro, soprattutto per i più giovani. “Nessuno sta considerando seriamente cosa accadrà ai lavori amministrativi, manageriali e tecnologici per persone sotto i 30 anni”, ha dichiarato. Si tratta, secondo Amodei, di occupazioni entry-level cruciali nella prima fase della carriera professionale, destinate a scomparire nel giro di pochi anni.

Il rischio concreto di una disoccupazione tra il 10% e il 20%

Amodei avverte che la disoccupazione tecnologica potrebbe aumentare rapidamente, tra il 10% e il 20%, già entro uno o cinque anni. E il problema non risiede solo nell’automazione crescente, ma anche nella mancanza di una risposta adeguata da parte di governi e grandi aziende.

Secondo il CEO di Anthropic, le principali big tech stanno concentrando i propri sforzi nel migliorare i modelli linguistici di intelligenza artificiale, spingendoli a raggiungere e superare le capacità cognitive umane. Allo stesso tempo, negli Stati Uniti — nel timore di restare indietro rispetto alla Cina — manca una regolamentazione efficace del settore.

“Decine di milioni di posti di lavoro verranno eliminati”

Nel suo intervento, Amodei afferma che ci troviamo già nel pieno di un ciclo in cui l’automazione sarà implementata in modo massiccio, portando alla perdita di decine di milioni di posti di lavoro. “Succederà in poco tempo, in un paio d’anni o anche meno”, ha detto.

Le categorie professionali più esposte includono:

  • Tecnologia e informatica
  • Settore finanziario e bancario
  • Settore legale
  • Consulenza
  • Ruoli amministrativi e di gestione

Si tratta di settori storicamente stabili, ma ora minacciati dalla sostituzione tramite IA generativa e automazione avanzata.

L’impatto senza precedenti della trasformazione guidata dall’IA

Amodei riconosce che in passato le rivoluzioni tecnologiche hanno sì eliminato lavori, ma ne hanno anche creati di nuovi, spesso in numero maggiore. Tuttavia, la rapidità con cui sta avvenendo il cambiamento attuale e l’ampiezza dei settori coinvolti potrebbe rendere il processo di adattamento sociale e occupazionale estremamente complesso.

“La società potrebbe non avere il tempo necessario per reagire. Non puoi semplicemente metterti davanti al treno e cercare di fermarlo”, ha avvertito Amodei.

Proposte per un’economia post-IA: dal “tassa simbolica” alla redistribuzione

Nonostante il tono allarmante, Amodei non si dichiara pessimista. Le sue dichiarazioni hanno l’obiettivo di stimolare un dibattito pubblico e la definizione di nuove politiche economiche. Una delle sue proposte è l’introduzione di una “tassa simbolica” del 3% sui ricavi generati dall’IA, da destinare a iniziative di redistribuzione del reddito da parte dei governi.

“Non è economicamente vantaggioso per me”, ha dichiarato con ironia, “ma è necessario. Non possiamo fermare questo processo, possiamo però guidarlo e deviarlo nella direzione giusta“.

La sfida globale dell’intelligenza artificiale: governare il progresso per proteggere il lavoro

L’avanzata dell’intelligenza artificiale generativa solleva interrogativi urgenti sull’equilibrio tra progresso e impatto sociale. I benefici in ambito medico, economico e tecnologico sono reali, ma lo sono anche i rischi per l’occupazione e per la coesione sociale.

Mentre i governi e le istituzioni internazionali tardano a reagire, l’appello di figure come Amodei rappresenta un segnale d’allarme: serve una strategia globale per affrontare l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro.