La recente sentenza della Corte Costituzionale italiana, emessa il 23 giugno 2023 con numero 129, ha portato significative novità nel panorama giuridico riguardante gli indennizzi per i danni causati da vaccinazioni, estendendo la protezione non solo alle vaccinazioni obbligatorie ma anche a quelle raccomandate. Questa decisione ha un impatto retroattivo, includendo i casi precedenti alla conversione del decreto legge 73/2017, che ha suscitato ampio dibattito tra giuristi e professionisti del settore sanitario.
Fondamenti giuridici e implicazioni della sentenza
Secondo la sentenza della Corte, è considerato ingiusto che i danni derivanti da vaccinazioni, che contribuiscono al beneficio collettivo della profilassi sanitaria, debbano essere sostenuti interamente dalle singole persone danneggiate.
Tale principio si basa sui diritti fondamentali sanciti dagli articoli 2, 3 e 23 della Costituzione italiana, che impongono allo Stato l’obbligo di tutelare l’integrità psico-fisica dei cittadini. Questo significa che anche le vaccinazioni raccomandate, se causano danni significativi alla salute, devono essere oggetto di indennizzo da parte dello Stato.
Applicazione retroattiva e casi emblematici
Un caso emblematico che evidenzia l’applicazione retroattiva di questa tutela è stato quello di un minore affetto da autismo a seguito della vaccinazione antimeningite di gruppo C. La decisione della Cassazione, resa definitiva con l’ordinanza 16875/2024, pubblicata il 19 giugno 2024, ha sancito che anche in casi come questo lo Stato è tenuto a riconoscere un indennizzo. Questo rappresenta un passo significativo verso una maggiore protezione per i cittadini italiani che, nel corso degli anni, hanno subito danni irreversibili a causa di vaccinazioni raccomandate.
Evoluzione normativa e contesto attuale
Con l’approvazione della legge 119/17, sono stati introdotti nuovi vaccini raccomandati, come quelli contro il meningococco di gruppo B e C. Questo ampliamento dell’offerta vaccinale raccomandata riflette una maggiore consapevolezza sulla necessità di prevenire malattie infettive attraverso la vaccinazione.
La normativa attuale riconosce che il concetto di “raccomandazione” non è nuovo e ha una sua storicità anche precedente al decreto Lorenzin, sottolineando la continuità nella tutela della salute pubblica.
In conclusione, la recente evoluzione giuridica in Italia ha ampliato la protezione legale per i danni causati da vaccinazioni, includendo quelle raccomandate, attraverso una lettura estensiva degli obblighi costituzionali dello Stato verso i suoi cittadini. Questo ha portato a decisioni importanti della Corte Costituzionale e della Cassazione che confermano il diritto degli individui di essere indennizzati per danni alla salute derivanti da interventi sanitari raccomandati dal sistema nazionale di salute.