Elon Musk denuncia Censura Segreta su X imposta dalla CE: violazioni DSA e multe

Il proprietario del social network X, il miliardario Elon Musk (53 anni compiuti il 28 giugno), ha rivelato che la Commissione Europea (CE) ha invitato i dirigenti di quel social network, a implementare una censura segreta per alcuni messaggi che cercano diffusione sulla piattaforma, promettendo in cambio di rinunciare ad accuse di violazioni della legislazione europea.

La Commissione Europea ha offerto a X un accordo segreto illegale: se censuriamo silenziosamente il discorso senza dirlo a nessuno, non saremo multati”, ha scritto il magnate venerdì su X, aggiungendo che altre piattaforme internet avevano accettato tale accordo con la CE, mentre “X non l’ha fatto”.

Poco prima, nella stessa giornata, la CE ha dichiarato che il social di Musk viola le normative dell’UE nel campo della regolamentazione dei contenuti online, regolamentati dalla Legge sui Servizi Digitali (DSA) dell’Unione Europea. Questa infrazione potrebbe portare all’applicazione di “multe fino al 6% del fatturato annuo globale totale del fornitore” e alla limitazione delle sue operazioni nell’UE.

Tre violazioni fondamentali contro X

Dopo un’approfondita indagine, la CE ha emesso conclusioni preliminari su violazioni della DSA da parte di X in tre aree specifiche. Una delle violazioni riguarda la procedura per assegnare un “badge blu” ai “profili verificati”. Secondo la CE, il meccanismo è ingannevole per gli utenti perché “chiunque può richiedere lo status di ‘verificato'”. Gli esperti della CE indicano che ci sono “prove di attori malintenzionati che abusano del ‘profilo verificato’ per ingannare gli utenti”.

Un’altra infrazione riguarda la trasparenza pubblicitaria sulla piattaforma, “poiché non offre un deposito affidabile di annunci pubblicitari consultabile”. Gli investigatori precisano che “il design non consente la supervisione e l’indagine necessarie sui rischi emergenti associati alla distribuzione di pubblicità online”.

Infine, gli esperti della CE ritengono che “X non fornisce agli investigatori l’accesso ai suoi dati pubblici secondo le condizioni di trasparenza stabilite nella DSA. In particolare, X vieta agli investigatori che soddisfano i requisiti di accedere a questi dati in modo indipendente”.