Al termine di una lunga indagine investigativa sono state denunciate 223 persone per “aver acquistato abbonamenti pirata su internet che consentivano di vedere i contenuti delle principali piattaforme televisive a pagamento (film, serie ed eventi sportivi)”. Avanza quindi il contrasto alla pirateria, business molto fiorente, che sta trovando sempre più spazio tra clienti i quali, ignari o no delle conseguenze, ne alimentano il mercato.
L’operazione investigativa che ha permesso di individuare i soggetti responsabili di aver acquistato abbonamenti pirata per accedere ai più diversi canali a pagamento, è tuttora in corso e volta anche all’identificazione di ulteriori possibili soggetti coinvolti.
Cosa rischiano i clienti della pay tv pirata.
La legge di riferimento è quella sul diritto d’autore. Si può arrivare alla “confisca degli strumenti utilizzati per la fruizione del servizio”. In caso di condanna si procederà alla confisca di televisore, computer e smartphone.
In Italia si sta cercando da tempo di contrastare la distribuzione illecita di contenuti su IPTV (Internet Protocol Television), ultima frontiera della pirateria per ricodificare e trasmettere impropiamente sulla rete internet, le maggiori piattaforme a pagamento del pagamento come DAZN, Sky e Mediaset Premium. Gli utenti fruitori devono sottoscrivere un abbonamento illecito ai reseller, per fruire la visione su computer, smart-tv, tablet, smartphone o decoder connesso alla rete.
Dobbiamo ricordare che, acquistando questa tipologia di abbonamento, il fruitore si mette nella situazione che sta collaborano “con vere e proprie realtà criminali”. Inoltre si espone anche a rischi, anche informatici, di vario tipo, perchè questi reseller entrano in possesso dei dati anagrafici e bancari del cliente utilizzatore.