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Facebook ha raggiunto un accordo preliminare nella causa contro di essa per il risarcimento dei danni per aver consentito a terzi, tra cui Cambridge Analytica, l’accesso ai dati privati ​​degli utenti.

Secondo un documento ufficiale depositato venerdì in un tribunale di San Francisco, Facebook ha affermato che stava preparando un ‘accordo di principio’ e ha chiesto di sospendere il procedimento per 60 giorni ‘per risolvere l’accordo per iscritto e comparire in tribunale’.

Il social network non ha indicato l’importo né i termini con cui affronterà questa class action.

L’accordo arriva quando il CEO di Meta Mark Zuckerberg e il CEO Sheryl Sandberg, che si sono dimessi lo scorso giugno dopo 14 anni con la società, sono stati chiamati a testimoniare in tribunale a settembre nel caso.

In un processo iniziato nel 2018, gli utenti di Facebook hanno accusato il social network di violare le regole di protezione della privacy condividendo i propri dati con terze parti, tra cui Cambridge Analytica, che è collegata alla campagna presidenziale di

Donald Trump del 2016.

Cambridge Analytica, che da quella data ha cessato l’attività, ha raccolto e utilizzato i dati di 87 milioni di utenti Facebook senza consenso attraverso l’accesso concesso dalla piattaforma.

Le informazioni ottenute sarebbero state utilizzate per sviluppare software per influenzare gli elettori americani a favore di Donald Trump.

Nel luglio 2019, le autorità federali hanno multato Facebook con 5 miliardi di dollari per aver ‘ingannato’ i suoi utenti e imposto una supervisione indipendente sul trattamento dei dati personali.

Da quando è scoppiato lo scandalo Cambridge Analytica, Facebook ha ritirato l’accesso ai suoi dati per migliaia di app, ha limitato le informazioni a cui gli sviluppatori possono accedere in generale e ha reso più facile per gli utenti impostare le autorizzazioni per condividere i dati personali.