Brad Pitt e l’impegno per l’edilizia sostenibile: “Perché i poveri devono vivere in case di bassa qualità?”
Durante il suo matrimonio con Angelina Jolie, Brad Pitt ha mostrato un lato inedito del suo profilo pubblico, allontanandosi dall’immagine della star hollywoodiana distaccata per abbracciare un impegno concreto in ambito sociale e umanitario. Influenzato dal lavoro della Jolie come ambasciatrice di buona volontà dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), l’attore ha deciso di intervenire attivamente dopo il devastante passaggio dell’uragano Katrina su New Orleans, avvenuto nell’agosto del 2005.
Con la creazione della fondazione Make It Right, Pitt ha promosso un progetto ambizioso e innovativo: la costruzione di abitazioni sostenibili, ecologiche e accessibili per le persone colpite dal disastro. Un’iniziativa concreta e visionaria che ha rappresentato una risposta solidale alla lentezza della ricostruzione e alle evidenti disuguaglianze sociali emerse dopo l’evento catastrofico.
Un modello innovativo per rispondere all’emergenza abitativa
In un’intervista del settembre 2011 alla rivista Parade, Brad Pitt ha raccontato il significato del suo coinvolgimento nel progetto e l’impatto tangibile della sua iniziativa:
“A New Orleans, dopo l’uragano Katrina, ho visto una soluzione. La mia frustrazione è che siamo riusciti ad aiutare troppo poco. Quello che abbiamo realizzato nel campo delle abitazioni è stato un successo per 150 famiglie. Circa 90 case sono già completate o in fase di costruzione, ma restano ancora migliaia di persone in difficoltà. Non capisco perché la città ci abbia messo così tanto a riprendersi”.
L’attore ha seguito personalmente lo sviluppo del progetto, lavorando fianco a fianco con architetti, urbanisti e tecnici specializzati, visitando i cantieri e verificando l’avanzamento dei lavori. Il suo obiettivo era quello di dimostrare che è possibile costruire case di qualità anche per chi ha un reddito basso, sfruttando le più moderne tecnologie sostenibili.
Case dignitose, efficienti e accessibili per tutti
Nel corso dell’intervista, Pitt ha espresso il proprio dissenso nei confronti delle politiche abitative tradizionali, sottolineando le disuguaglianze che penalizzano le fasce più deboli:
“Perché le case per i poveri devono essere costruite con materiali scadenti e tossici? I ricchi non sono gli unici ad avere accesso alle nuove tecnologie. Perché imporre ulteriori pesi a chi già lotta per sopravvivere, affrontando spese mediche e bollette insostenibili?”
E ancora:
“Perché far ricadere su di loro anche i costi della riparazione delle case e bollette energetiche enormi, quando potremmo costruire abitazioni solide, efficienti e adatte a chi ha reddito limitato, utilizzando tecnologie moderne? Mi sono impegnato perché sentivo che questa era la strada giusta”.
L’approccio di Pitt si è rivelato un modello alternativo di edilizia sociale. “Quello che stiamo costruendo ha cambiato le regole del gioco, è qualcosa di rivoluzionario”, ha dichiarato.
“Dimostra che non ci sono più scuse per costruire secondo vecchi schemi. Dato il rapporto qualità-prezzo, quello che abbiamo realizzato funziona. I residenti delle nuove abitazioni, che prima pagavano fino a 300 dollari di elettricità al mese, oggi spendono 30 dollari o anche meno. In estate, in molti casi le bollette sono state inferiori ai 7 dollari, dovuti solo ai costi di gestione”.
Con Make It Right, Brad Pitt ha dimostrato che l’architettura sostenibile può essere al servizio della giustizia sociale, offrendo soluzioni reali a persone in difficoltà. Il suo impegno rappresenta un esempio concreto di come le celebrità possano mettere la propria influenza al servizio di cause collettive, contribuendo alla costruzione di un futuro più equo e rispettoso dell’ambiente.