Il cielo di Marte si illumina di verde: documentata la prima aurora visibile dal suolo
Il 18 marzo 2024, il rover Perseverance della NASA ha registrato per la prima volta nella storia un raro bagliore verde nell’atmosfera marziana. Si tratta di una aurora visibile a occhio nudo, osservata direttamente dalla superficie del Pianeta Rosso, un evento senza precedenti che ha offerto agli scienziati nuove informazioni sull’interazione tra il vento solare e l’atmosfera di Marte. La scoperta, descritta in un articolo pubblicato sulla rivista Science Advances, segna un nuovo capitolo nello studio dell’attività geomagnetica su Marte.
Un fenomeno atmosferico catturato nel cratere Jezero
La straordinaria osservazione è avvenuta nel cratere Jezero, dove Perseverance è operativo dal 2021. In seguito a una potente tempesta solare, una massiccia quantità di particelle cariche emesse dal Sole — conosciuta come espulsione di massa coronale (CME) — ha colpito l’atmosfera di Marte. Questo impatto ha generato una aurora di colore verde nel cielo, visibile nei dati raccolti dagli strumenti SuperCam e Mastcam-Z a bordo del rover.
A differenza delle classiche aurore polari terrestri, che si manifestano prevalentemente a latitudini elevate grazie al campo magnetico globale del nostro pianeta, l’aurora marziana è apparsa a soli 18 gradi dall’equatore. Questo è possibile perché Marte non possiede un campo magnetico globale, ma solo residui localizzati nella crosta del pianeta, sufficienti per innescare questi fenomeni in condizioni estreme.
La prima aurora marziana nel campo visibile
Questa aurora non è la prima mai osservata su Marte, ma è la prima emissione luminosa visibile registrata direttamente dalla superficie. Fino ad ora, infatti, tutte le osservazioni di aurore marziane erano state effettuate in lunghezze d’onda ultraviolette, invisibili all’occhio umano e rilevabili solo con strumenti spaziali.
Il segnale rilevato dal rover è stato misurato a 557,7 nanometri, una lunghezza d’onda associata all’ossigeno atomico, lo stesso responsabile dell’aurora verde sulla Terra. Tuttavia, il modo in cui questo bagliore appare su Marte è profondamente diverso: mentre sulla Terra l’aurora è visibile sotto forma di archi dinamici e ondulati, su Marte si presenta come una nebbia luminosa uniforme, estesa in ogni direzione.
Un cielo verde senza confini: cosa rende unica l’aurora su Marte
Secondo la fisica Elise Wright Knutsen dell’Università di Oslo, “l’aurora verde marziana ha lo stesso colore di quella terrestre, ma appare completamente diversa”. Questo effetto uniforme e diffuso è il risultato della bassa densità atmosferica di Marte, che equivale a circa l’1% di quella terrestre, e della mancanza di uno scudo magnetico globale.
Proprio queste condizioni estreme permettono al vento solare di penetrare in profondità nell’atmosfera e produrre aurore non solo ai poli, ma anche in regioni equatoriali e medie latitudini. Questa caratteristica rappresenta una differenza fondamentale rispetto alle aurore terrestri, localizzate principalmente alle alte latitudini magnetiche.
Nuove opportunità per studiare l’interazione tra Sole e Marte
La conferma della aurora visibile segna un passo decisivo nella comprensione dell’interazione tra l’attività solare e l’atmosfera marziana. Secondo gli scienziati, poter osservare il fenomeno nel campo del visibile permetterà l’uso di strumenti più semplici, meno costosi e più versatili rispetto ai sofisticati rilevatori UV, aprendo così la strada a una nuova generazione di osservazioni atmosferiche.
Questa scoperta aiuterà anche a monitorare l’evoluzione dell’atmosfera di Marte e a comprendere come le condizioni meteorologiche spaziali possano influenzare la superficie del pianeta — dati fondamentali per le future missioni umane e per lo sviluppo di habitat protetti.
Una scoperta resa possibile dal tempismo e dalla tecnologia
Il successo dell’osservazione è il risultato di una rapida risposta da parte del team scientifico della NASA, che ha saputo adattare in tempo reale la configurazione degli strumenti a bordo di Perseverance in base alle simulazioni della tempesta solare. Questa flessibilità operativa ha consentito di cogliere un fenomeno fugace ma estremamente significativo.
L’aurora è stata catturata dopo anni di tentativi e ricerche focalizzate sull’individuazione di segnali luminosi nel campo UV. Ora, grazie a questa prova diretta dal suolo marziano, la scienza planetaria può contare su una nuova finestra di osservazione e su un’ulteriore conferma della dinamicità atmosferica del Pianeta Rosso.