Svizzera protesta contro Israele agli Europei di Scherma U23

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Protesta silenziosa della Svizzera durante la premiazione agli Europei Under 23 di Scherma

Durante la cerimonia di premiazione del Campionato Europeo di Scherma Under 23, tenutosi nella serata di sabato 26 aprile a Tallinn, in Estonia, la squadra svizzera maschile di scherma ha messo in atto una protesta silenziosa in segno di dissenso verso quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza. Gli schermidori elvetici hanno deciso di voltare le spalle alla squadra israeliana nel momento in cui è stato suonato l’inno nazionale di Israele, rimanendo rivolti nella direzione opposta sul podio.

Il gesto ha avuto luogo subito dopo la conclusione della gara a squadre, che ha visto Israele conquistare la medaglia d’oro, seguita dalla Svizzera, vincitrice dell’argento, e dall’Italia, che si è classificata al terzo posto aggiudicandosi il bronzo. L’azione dei giovani atleti svizzeri è stata interpretata come una forma di protesta simbolica contro il conflitto in corso a Gaza, che in molte sedi internazionali viene definito come una situazione di crisi umanitaria grave.

Le immagini della cerimonia mostrano chiaramente il contrasto tra le squadre: mentre le delegazioni italiana e israeliana si voltano verso la bandiera israeliana al suono dell’inno, gli atleti svizzeri restano immobili, evitando deliberatamente il gesto tradizionale di rispetto.

La reazione di Israele e i precedenti nelle competizioni internazionali

Il gesto della squadra svizzera under 23 non è passato inosservato. Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha espresso pubblicamente la sua condanna attraverso un messaggio pubblicato sul social network X (ex Twitter). “Vergogna alla squadra svizzera per il suo comportamento irrispettoso”, ha dichiarato. “Non sapete come perdere e vi siete comportati in un modo che è imbarazzante per voi e per il Paese che dovreste rappresentare”.

L’episodio di Tallinn si inserisce in un contesto già segnato da simili manifestazioni di dissenso. Nel maggio 2023, in occasione dei Campionati mondiali di scherma a Istanbul, la nazionale irachena di scherma si ritirò ufficialmente dalla competizione per evitare di affrontare la squadra israeliana. In quell’occasione, la Federazione irachena di scherma dichiarò che la decisione era in linea con una legge approvata dal parlamento iracheno, che criminalizza la normalizzazione dei rapporti con Israele, e che il ritiro era un atto di solidarietà con la causa palestinese.

Questo tipo di gesti, sempre più frequenti nell’ambito delle competizioni internazionali, continuano a sollevare interrogativi sulla relazione tra sport, etica e geopolitica. L’accaduto a Tallinn potrebbe quindi rappresentare un ulteriore capitolo in un dibattito che, ben lontano dall’essersi esaurito, continua a coinvolgere federazioni, istituzioni e opinione pubblica a livello globale.