Negli anni ha aggravato le diseguaglianze sociali, economiche e geografiche. In un paese impoverito, in cui si fanno sempre meno figli e in cui il tema dell’integrazione dei “nuovi italiani” diventa sempre più urgente, l’Italia continua a non avere un Piano strategico per l’infanzia dotato di adeguati investimenti.
L’Italia resta uno dei paesi europei che investe meno nell’infanzia, con divari tra le diverse regioni nel reale accesso ai servizi per i bambini e le loro famiglie. Basti pensare che a fronte di una spesa sociale media annua per l’area famiglia e minori di 172 euro pro capite per interventi da parte dei comuni, la Calabria si attesta sui 26 euro e l’Emilia Romagna a 316.
Un divario che penalizza il Sud e in particolare tutte quelle aree che sono state colpite dalla mancata definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEP) previsti dalla riforma del Titolo V della Costituzione. In mancanza di un intervento di riequilibrio da parte dello Stato centrale, i divari territoriali e regionali sono cresciuti, piuttosto che diminuire, nel corso degli anni.
Nel panorama televisivo italiano si registra un importante sviluppo riguardante la nuova edizione del Grande…
Quanto guadagna il tenore del trio de Il Volo, Piero Barone? Cifre stratosferiche. Da oltre…
La sicurezza digitale si basa oggi non solo su sistemi di protezione, ma anche su…
Scopri la Tahiti italiana, questa spiaggia è super segreta e a numero chiuso: quasi nessuno…
L’INPS si prepara a erogare un bonus economico nel mese di ottobre, che raggiungerà importi…
Le nuove puntate de Il Paradiso delle signore 10, in onda a partire da ottobre…