Una scoperta eccezionale nel cuore dell’Antartide: il Lago Enigma e il suo ecosistema unico
Un team internazionale di ricercatori, tra cui esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e di diverse istituzioni scientifiche, ha recentemente fatto una scoperta che potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione degli ecosistemi estremi. Lo studio, pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, riguarda il Lago Enigma, situato a circa 5 chilometri dalla base italiana Mario Zucchelli, in Antartide, e offre nuove, importanti informazioni sulla vita microbica in ambienti estremi.
La scoperta del Lago Enigma
Fino ad oggi, si pensava che il Lago Enigma fosse completamente ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio, ma i risultati dei rilievi radar condotti tra novembre 2019 e gennaio 2020 hanno svelato una realtà sorprendente: sotto la coltre di ghiaccio di oltre 14 metri di spessore si trova acqua dolce in stato liquido. Questa scoperta è stata una vera sorpresa, poiché il lago è stato per anni considerato un ambiente privo di vita, sebbene il suo nome, “Enigma”, facesse riferimento a un cono detritico centrale di difficile spiegazione.
I ricercatori, guidati da Stefano Urbini dell’INGV, hanno confermato la presenza di un ecosistema microbico unico, con una varietà di microrganismi che prosperano in condizioni estremamente difficili. Questo tipo di habitat, con acqua liquida sotto una spessa coltre di ghiaccio, sembra essere un ambiente ideale per microrganismi estremofili, ossia organismi capaci di vivere in condizioni particolarmente dure, come alte pressioni, basse temperature o scarsità di nutrienti.
L’ecosistema microbico del Lago Enigma
Il progetto ENIGMA, finanziato dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA), ha permesso agli scienziati di esplorare per la prima volta il lago attraverso perforazioni nel ghiaccio. Utilizzando telecamere subacquee, i ricercatori hanno documentato l’esistenza di tappeti microbici: formazioni composte da colonie di microrganismi che, in alcuni casi, arrivano a raggiungere i 40 centimetri di altezza e 60 centimetri di diametro. Questi tappeti sono composti da una varietà di batteri, tra cui una notevole presenza di Patescibacteria, batteri con dimensioni tra i 200 e i 350 micrometri che fino ad oggi non erano mai stati trovati in laghi antartici simili.
Le analisi del DNA condotte sui campioni d’acqua hanno rivelato una diversità microbica straordinaria, ma anche un mistero: il ruolo di questi batteri rimane sconosciuto. Potrebbero essere simbiotici o predatori, ma la ricerca deve ancora chiarire la loro funzione all’interno dell’ecosistema. Questa nuova scoperta apre a scenari affascinanti, non solo per lo studio degli ambienti estremi sulla Terra, ma anche per la ricerca di vita extraterrestre.
Un modello per la vita su altri mondi
La scoperta del Lago Enigma offre nuove prospettive per comprendere come la vita possa esistere in ambienti estremi, anche in altri luoghi del nostro sistema solare. Ad esempio, sotto le calotte di ghiaccio di Europa, una delle lune di Giove, o di Enceladus, una luna di Saturno, potrebbero esserci ambienti simili a quelli del Lago Enigma. Questi mondi ghiacciati sono considerati tra i luoghi più promettenti per la ricerca di vita microbica extraterrestre.
In questi ambienti, dove la presenza di acqua liquida è teoricamente possibile, potrebbe esistere una varietà di organismi estremofili simili a quelli scoperti nel Lago Enigma. La ricerca sulla vita in ambienti estremi sulla Terra, quindi, non è solo una chiave per comprendere meglio la biodiversità del nostro pianeta, ma anche per esplorare la possibilità che forme di vita simili esistano anche al di fuori della Terra.
In sintesi, la scoperta nel Lago Enigma non è solo un trionfo della scienza terrestre, ma apre anche scenari futuristici e affascinanti per la ricerca di vita oltre il nostro pianeta.