Salute

Salute cardiovascolare: vitamina D e integratori di olio di pesce, nuovo studio

Un gruppo di ricercatori ha concluso che la vitamina D e gli integratori di olio di pesce contenenti acidi grassi omega-3 non prevengono la fibrillazione atriale, un’aritmia cardiaca pericolosa per la vita.

La dottoressa Christine Albert, autrice principale del nuovo studio presentato all’American Heart Association, e capo del dipartimento di cardiologia presso lo Smidt Heart Institute dell’organizzazione medica no profit Cedars-Sinai di Los Angeles (USA): “La fibrillazione atriale è una condizione molto comune ed è difficile da trattare. Si stima che nel mondo ci siano 33 milioni di persone con fibrillazione atriale”.

Senza trattamento, questa condizione può portare a gravi conseguenze per la salute, come attacchi di cuore, insufficienza cardiaca, demenza e persino la morte. Sebbene studi precedenti suggerissero che la vitamina D e l’olio di pesce potrebbero aiutare a prevenire questa condizione, la nuova ricerca non ha rilevato che il loro consumo abbia effetti particolarmente benefici.

Durante il lavoro, i ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 25.000 volontari senza malattie cardiovascolari che hanno ricevuto in modo casuale vitamina D, olio di pesce o una pillola placebo. Gli specialisti hanno incluso nel loro studio il 51% delle donne e anche il 20% dei volontari afroamericani, che hanno livelli ematici più bassi di vitamina D a causa della pigmentazione più scura della loro pelle, che porta a uno scarso assorbimento del luce ultravioletta B.

In un periodo di oltre cinque anni, a 900 persone, il 3,6% dei partecipanti, è stata diagnosticata la fibrillazione atriale. Secondo gli scienziati, non c’erano differenze statisticamente significative tra i partecipanti che hanno assunto vitamina D o integratori di olio di pesce e quelli che hanno assunto il placebo.

“I risultati delle nostre prove non supportano l’assunzione di integratori di olio di pesce o vitamina D per prevenire la fibrillazione atriale”, ha riassunto Christine Albert. “Tuttavia, anche questi integratori non hanno aumentato il rischio di fibrillazione atriale, che è una buona notizia per le persone che li assumono per altre condizioni di salute”, ha aggiunto.

“Sebbene questi due integratori non prevengano la fibrillazione atriale, studi recenti hanno suggerito che le modifiche dello stile di vita, come il mantenimento di un peso sano, il controllo della pressione sanguigna e la moderazione dell’assunzione di alcol, possono ridurre il rischio di fibrillazione atriale […] Dobbiamo continuare a educare i cittadini sui modi per ridurre il rischio, oltre a cercare nuovi modi per prevenire questa condizione”.

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