Scienze / Ambiente

Prove del Rover Perseverance della NASA: “C’è stata Vita su Marte”

  • Dopo un’analisi dei campioni raccolti dal Rover Perseverance, è confermato che il Pianeta Marte potrebbe essere stato abitabile migliaia di anni fa.

È stato confermato che Marte era un pianeta abitabile con acqua liquida, composti organici e carbonati nel suo ambiente. E’ stato confermato da un gruppo di specialisti, dopo aver esaminato i campioni raccolti dal Rover Perseverance della NASA, un veicolo robotico dotato di 7 strumenti scientifici per analizzare in profondità Marte, che si trova nel cratere Jezero. Gli specialisti hanno concluso che esistono campioni convincenti che dimostrano che un tempo Marte poteva ospitare la vita.

Prove del Rover Perseverance della NASA

È stato attraverso i ricercatori della Cornell University in cui sono stati utilizzati PIXL, spettrometri Sherloc e l’avanzato sistema di telecamere Mastcam-Z, che hanno sottolineato l’esistenza di resti geologici sedimentari che possono essere generati solo in un ambiente di detti composti.

Le rocce sul fondo del cratere sono ignee (hanno origine quando il magma si raffredda e si solidifica, come le rocce vulcaniche) e si sono formate prima che ci fossero un fiume, un lago e un delta”, ha detto uno degli autori dello studio, Alberto Gonzalez Fairen, ricercatore presso il Center for Astrobiology (CSIC-INTA) e la Cornell University di New York.

Il lago di Marte

Sono state scoperte importanti osservazioni sulla composizione del cratere, compresi i cristalli di olivina che dominano il sottosuolo del foro. Questi grandi cristalli di olivina presentano trame fratturate e i dati suggeriscono che sono stati esposti ad almeno due diversi periodi di interazione con l’acqua.

Inizialmente l’interazione era con l’acqua gassata che circolava riempiendo il lago, che scioglieva l’olivina e precipitava sotto forma di carbonati. Dopo diversi periodi di interazione (almeno due) con piccole salamoie che lasciavano chiazze di sali concentrati quando i fluidi evaporavano, questa alterazione acquosa portava alla produzione di silicati amorfi, solfati e sali di cloro.

Grazie a questi dati è stata verificata una delle grandi teorie del pianeta rosso, Jezero ha configurato un’enclave abitata più di 3 miliardi di anni fa, in cui vi era acqua liquida e precipitazione carbonatica in un ambiente geologico sedimentario ricco di composti organici” ha dichiarato Gonzalez Fairén.

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