Leonardo Da Vinci, oltre i suoi dipinti. Un neuroscienziato della City University di Londra potrebbe aver scoperto qualcosa di molto interessante sul famoso personaggio.
Un’analisi delle opere d’arte rinascimentali sembra suggerire che Da Vinci potrebbe aver avuto qualcosa di noto come esotropia. Ciò ha influito sulla sua percezione della profondità e avrebbe potuto consentirgli di passare dalla visione bidimensionale a quella tridimensionale.
Per quelli che non lo sanno, l’esotropia è una forma di strabismo concomitante (uno degli occhi si dirige verso fuori). Si ritiene che molti altri pittori famosi abbiano avuto questa condizione. Il riassunto di questi risultati è il seguente:
Importanza: lo strabismo è un disturbo della visione binoculare caratterizzato dall’incapacità parziale o totale di mantenere l’allineamento oculare nell’oggetto che è l’obiettivo della fissazione, solitamente accompagnato dalla soppressione dell’occhio deviante e dalla conseguente visione monoculare bidimensionale. Questo segnale è stato utilizzato per inferire la presenza di strabismo in un numero considerevole di artisti famosi.
Obiettivo: fornire la prova che Leonardo da Vinci aveva strabismo.
Design, configurazione e partecipanti: In esotropia, l’allineamento divergente dell’occhio si manifesta tipicamente come uno spostamento verso l’esterno nelle posizioni delle pupille all’interno dell’apertura palpebrale.
Principali risultati e misure: angolo geometrico di allineamento degli occhi rappresentati.
Conclusioni e rilevanza: il peso dell’evidenza convergente porta a suggerire che Da Vinci ha avuto l’esotropia intermittente con la conseguente capacità di passare alla visione monoculare, che potrebbe spiegare la sua grande facilità a rappresentare la solidità tridimensionale di volti e oggetti in il mondo e la lontana profonda recessione di scene montuose.
Osservando il loro lavoro e applicando le stesse tecniche di un optometrista ai loro pazienti, questi ricercatori furono in grado di concludere che gli occhi di coloro che apparivano nel lavoro di Leonardo Da Vinci erano disallineati. Il professor Christopher Tyer che ha lavorato a questo studio ha notato la differenza.
Anche se non possiamo essere sicuri al 100%, è un pensiero interessante che sembra abbastanza probabile. Indipendentemente dal fatto che avesse questa condizione, era comunque un uomo davvero talentuoso.
Detto questo, ci dice che ci sono persone in questo mondo che vedono le cose in modo diverso e che quella differenza può essere usata a loro vantaggio.