Buon viaggio Lea Massari, leggenda del cinema italiano ed europeo

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  • Chi era davvero Lea Massari?
  • Perché ha lasciato il cinema?
  • Quali ruoli l’hanno resa celebre?
  • E cosa ha fatto negli ultimi anni della sua vita?

Addio a Lea Massari, volto aristocratico e magnetico del grande e piccolo schermo

Si è spenta a Roma all’età di 91 anni Lea Massari, nome d’arte di Anna Maria Massatani, attrice simbolo del cinema italiano e volto amatissimo delle produzioni televisive Rai degli anni d’oro. La notizia della sua scomparsa, avvenuta lunedì 23 giugno 2025, è stata resa pubblica solo a funerali avvenuti, celebrati in forma privata nella cattedrale di Sutri, in provincia di Viterbo. La sepoltura è avvenuta nella cappella di famiglia del cimitero comunale.

Da oltre trent’anni, Massari si era ritirata dalla vita pubblica, vivendo lontano dai riflettori. Nonostante il suo ritiro, la sua eredità artistica è rimasta salda nella memoria del pubblico e della critica.

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Una bellezza discreta e un talento riconosciuto a livello internazionale

Lea Massari era dotata di una bellezza sofisticata e mai ostentata, qualità che, unite a un temperamento riservato, l’hanno distinta nel panorama cinematografico italiano e internazionale. Durante la sua carriera trentennale, ha lavorato con registi del calibro di Michelangelo Antonioni, Sergio Leone, Mario Monicelli e Dino Risi, conquistando il pubblico non solo in Italia ma anche in Francia, dove ha recitato al fianco di grandi nomi come Jean-Paul Belmondo, Yves Montand, Jean-Louis Trintignant e Michel Piccoli.

Riconoscimenti prestigiosi per un talento versatile

Nel corso della sua carriera, Lea Massari ha ricevuto numerosi riconoscimenti: ha vinto un David di Donatello come miglior attrice per Una vita difficile di Dino Risi e I sogni muoiono all’alba (1961), e due Nastri d’Argento come miglior attrice non protagonista per La prima notte di quiete (1972) e Cristo si è fermato a Eboli (1979). Premi che testimoniano la sua capacità di interpretare personaggi complessi con intensità e profondità emotiva.

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Gli inizi tra architettura, moda e cinema

Nata a Roma il 30 giugno 1933, Massari trascorse l’infanzia nei quartieri romani di Monteverde Vecchio, Prati e Parioli. Durante l’adolescenza visse in Spagna, Francia e Svizzera, seguendo il padre ingegnere. Tornata in Italia, si iscrisse alla Facoltà di Architettura e iniziò a lavorare come indossatrice e assistente del celebre scenografo Piero Gherardi, che la introdusse al mondo del cinema.

Il suo debutto cinematografico avvenne nel 1954 in Proibito di Mario Monicelli, tratto da un romanzo di Grazia Deledda. Scelse lo pseudonimo “Lea Massari” in memoria del fidanzato Leo, tragicamente scomparso prima delle nozze.

L’affermazione nel cinema italiano: gli anni ’60 e ’70

La notorietà arrivò nel 1957 con I sogni nel cassetto di Renato Castellani, ma fu con L’avventura (1960) di Michelangelo Antonioni che Lea Massari si consacrò a livello internazionale, interpretando Anna, la donna che scompare misteriosamente. L’anno successivo fu la protagonista di Una vita difficile di Dino Risi, al fianco di Alberto Sordi, e recitò in Il colosso di Rodi (1961) di Sergio Leone.

Nel corso degli anni ’60, prese parte a film di forte impegno civile e storico, tra cui Le quattro giornate di Napoli (1962) di Nanni Loy, Le soldatesse (1965) di Valerio Zurlini, e diverse coproduzioni internazionali.

Il successo in Francia e i ruoli più audaci

Negli anni ’70, i registi francesi le offrirono ruoli di grande intensità. In L’amante (1970) di Claude Sautet, interpretò la moglie tradita, mentre in Soffio al cuore (1971) di Louis Malle, fu Clara, madre dal rapporto ambiguo con il figlio. Apparve anche in La corsa della lepre attraverso i campi (1972) di René Clément, e La femme en bleu (1973) di Michel Deville.

Protagonista anche del grande teatro italiano

Il teatro ha rappresentato una costante nella carriera di Massari. Debuttò nel 1960 in Due sull’altalena diretta da Arnoldo Foà, per poi interpretare testi importanti come Il cerchio di gesso del Caucaso di Bertolt Brecht (1974) e Sarah Barnum (1981). Grande successo ottenne con la commedia musicale Rugantino (1962), accanto a Nino Manfredi, Aldo Fabrizi e Bice Valori.

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Il volto elegante delle fiction Rai e i grandi sceneggiati televisivi

Negli anni ’60 e ’70, Lea Massari divenne anche una delle attrici più amate della televisione italiana, protagonista di celebri sceneggiati Rai. Memorabili le sue interpretazioni ne I Promessi Sposi (1967), dove fu la Monaca di Monza, I Fratelli Karamazov (1970) e Anna Karenina (1974), tutti diretti da Sandro Bolchi. Grazie a quest’ultima interpretazione fu invitata a far parte della giuria del Festival di Cannes nel 1975.

L’addio al cinema e il rifugio in Sardegna

Negli anni ’80, Lea Massari ridusse progressivamente le sue apparizioni. Tra i suoi ultimi ruoli si ricordano Il settimo bersaglio (1984) e Segreti segreti (1985), diretto da Giuseppe Bertolucci. Il suo ultimo film fu Viaggio d’amore (1990), con Omar Sharif.

Successivamente, l’attrice si ritirò in Sardegna, dove visse a lungo con il marito Carlo Bianchini, ex comandante di Alitalia, da cui si separò nel 2004. La coppia non ha avuto figli.

Una vita dedicata alla difesa degli animali

Negli ultimi decenni, Lea Massari si è dedicata con passione alle cause animaliste, impegnandosi in campagne contro la vivisezione e a favore della protezione degli animali. Attiva nella Lega per l’abolizione della caccia, aveva scelto di non mangiare carne e sosteneva canili e rifugi. Commovente il racconto di quando, da giovane, uccise per errore una lepre: “Da allora non ho mai più imbracciato un fucile”, disse in un’intervista.

L’asta dei gioielli e l’amore per la musica e i cani

Nel 1994, colpita da una crisi finanziaria, mise all’asta i suoi 900 gioielli, dichiarando: “Mi privo di questi gioielli, raccolti con tanto amore, per mantenere il mio tenore di vita e seguire le mie grandi passioni: la musica e i cani“. Le fotografie nella sua casa in Sardegna la ritraggono sempre con i suoi adorati amici a quattro zampe.

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Un solo rimpianto: il film mancato con Federico Fellini

Tra le pochissime delusioni artistiche, Lea Massari ha confessato di averne avuta una sola: non aver preso parte a di Federico Fellini. “Avrei fatto il salto mortale per quel ruolo, ma al provino mi conciarono in modo assurdo e Fellini scelse Anouk Aimée. Col senno di poi, non gli do torto”.

Un’eredità artistica senza tempo

Con la sua scomparsa, l’Italia perde una delle più grandi attrici del Novecento, capace di attraversare cinema, teatro e televisione con grazia, rigore e intensità. La figura di Lea Massari resta un riferimento imprescindibile per chi ama il cinema d’autore, l’eleganza dell’interpretazione e l’impegno civile.

Lea Massari: una donna libera, raffinata e indimenticabile.