Ricorderemo gli ultimi sette giorni come il momento in cui l’umanità ha iniziato concretamente a terraformare Marte, adattando il pianeta rosso alle sue esigenze e preparandolo a renderlo abitabile. La NASA ha condotto i primi due voli controllati sulla sua superficie e ha reso realtà l’estrazione di ossigeno dall’atmosfera marziana, un passo cruciale per rendere respirabile l’aria su Marte e per alimentare i futuri veicoli spaziali.
Durante questa settimana, il piccolo elicottero Ingenuity della NASA ha effettuato due voli di successo su Marte. Lunedì 19 aprile, ha fatto la storia facendo il primo volo controllato e alimentato di un drone su un altro pianeta, secondo un articolo pubblicato su Nature. Nel frattempo, giovedì 22 ha avanzato diversi passi nel suo secondo volo: ha raggiunto un’altitudine maggiore, ha effettuato un volo stazionario più lungo e ha persino effettuato uno spostamento laterale.
Sebbene le agenzie spaziali abbiano precedentemente inviato aerei alla deriva su altri pianeti, come nel caso delle missioni Vega 1 e Vega 2 dell’Unione Sovietica, che hanno inviato palloncini nell’atmosfera di Venere nel 1985, Ingenuity ha completato il primo volo controllato su un altro pianeta. Questo è l’equivalente fuori dalla Terra di ciò che i fratelli Wright hanno ottenuto nel 1903, quando, pilotando il loro aereo sulla Carolina del Nord, hanno reso realtà il primo volo controllato di un aereo sul nostro pianeta.
I risultati di questi voli di prova aiuteranno scienziati e ingegneri a pianificare future missioni su Marte e altri pianeti, secondo un comunicato stampa. Il team di specialisti dell’agenzia spaziale statunitense prevede di effettuare altri 3 voli, aumentando l’altitudine e la complessità, fino al completamento del periodo di prova di 30 giorni marziani.
La trasformazione dell’atmosfera marziana
Allo stesso tempo, il rover Perseverance è riuscito a convertire l’anidride carbonica in ossigeno per la prima volta sul pianeta rosso.
Dopo un periodo di riscaldamento di due ore, la tecnologia incorporata nel rover ha iniziato a produrre ossigeno a una velocità di 6 grammi all’ora. La velocità è stata diminuita due volte durante l’esecuzione, al fine di valutare lo stato dello strumento. Nell’arco di un’ora di funzionamento, l’ossigeno generato è stato di circa 5,4 grammi, una quantità sufficiente per un membro di una missione speciale per svolgere 10 minuti delle proprie attività quotidiane senza mettere a rischio la propria salute.
Secondo una dichiarazione, l’impresa è stata raggiunta utilizzando uno strumento sperimentale delle dimensioni di un tostapane, che si trova a bordo del rover Perseverance e fa parte del cosiddetto Mars In-situ Oxygen Resource Utilization Experiment (MOXIE, secondo il suo acronimo in Inglese). È il primo passo di un progetto ambizioso: isolare e immagazzinare ossigeno su Marte.
Questo concetto fa parte del terraforming di cui abbiamo parlato in precedenza: un insieme di iniziative e tecnologie applicate che consentono al clima, alla superficie e alle caratteristiche di Marte di adattarsi alla vita umana, così come ad altri tipi di vita terrestre. La trasformazione dell’atmosfera marziana è uno dei punti cruciali di questo processo complesso ed entusiasmante, che fino a qualche decennio fa sembrava utopico e che oggi è visto come parte di un futuro concreto e possibile.