Facebook: svelati Documenti per il controllo sul Social Network e sulla sua Immagine

  • Un gran numero di documenti su diverse aree dell’azienda rivelano, tra gli altri argomenti, gli errori di Facebook nella gestione delle pubblicazioni e il danno che pone ai suoi utenti.

Un consorzio di 17 media statunitensi ha pubblicato lunedì documenti interni di Facebook ottenuti da Frances Haugen, un ex ingegnere dell’azienda.

Un gran numero di documenti su diverse aree dell’azienda rivelano, tra gli altri argomenti, le segnalazioni dei dipendenti sugli errori di Facebook per quanto riguarda la gestione delle pubblicazioni. Allo stesso modo, i documenti evidenziano il danno che Facebook pone ai suoi utenti, nonché gli sforzi per conquistare i giovani utenti, che perdono interesse per il social network.

Carenza di moderatori che parlano le lingue locali

Tra le altre rivelazioni, i documenti hanno mostrato che Facebook spesso fallisce nei suoi tentativi di mitigare l’incitamento all’odio non solo in inglese, ma anche in altre lingue, in particolare nei dialetti arabi parlati in Arabia Saudita, Yemen e Libia, che conta con un piccolo numero dei moderatori dei contenuti.

I dati ottenuti mostrano che Facebookha compreso la profondità dei difetti per anni, facendo poco al riguardo“.

In questo contesto, l’agenzia sottolinea che “in molte delle regioni più instabili del mondo, stanno proliferando contenuti terroristici e incitamento all’odio poiché l’azienda continua ad avere una carenza di moderatori che parlino le lingue locali e comprendano il contesto culturale“.

D’altro canto, i documenti confermano la carenza di algoritmi di moderazione automatizzata che in molti casi interpretano erroneamente i post degli utenti. “Abbiamo applicato in modo scorretto il contenuto antiterrorismo in arabo“, rivela un documento in cui si dice che l’attuale sistema “limita gli utenti a partecipare al discorso politico ostacolando il loro diritto alla libertà di espressione“.

Secondo uno dei documenti trapelati, la società ha stanziato l’87% del suo budget per sviluppare un algoritmo di rilevamento dei falsi allarmi negli Stati Uniti, mentre solo il 13% è stato assegnato ad altre parti del mondo.
Secondo uno dei documenti trapelati, la società ha stanziato l’87% del suo budget per sviluppare un algoritmo di rilevamento dei falsi allarmi negli Stati Uniti, mentre solo il 13% è stato assegnato ad altre parti del mondo.