Crolla Ponte Morandi a Genova, è una tragedia: si poteva evitare?

GENOA – E’ di 35 morti il tragico bilancio del crollo del ponte Morandi dell’Autostrada A10 a Genova di questa mattina. Il viadotto si è sbriciolato per almeno 200 metri. La maggior parte del viadotto si è schiantato sul greto del torrente Polcevera ma enormi tratti sono precipitati su case, su capannoni e sulle strade sottostanti. I soccoritori sono ancora sul luogo per cercare i dispersi mentre i feriti accertati sono almeno 13.

Durante le drammatiche fasi del cedimento del viadotto Morandi a Genova c’era un violento nubifragio. Una bomba d’acqua si era abbattuta sulla città dalla mattinata. Il crollo del viadotto a Genova ha sfiorato i capannoni di Ansaldo Energia, una delle principali industrie di impianti per la produzione di energia d’Italia. L’ingresso della fabbrica si trova proprio sotto il viadotto ma il crollo ha interessato una campata situata a pochi metri di distanza che è precipitata su un parcheggio che a quanto sembra in quel momento era vuoto.

In questi giorni Ansaldo è chiusa ma nel sito lavorano alcune persone per la manutenzione. Il ponte ha colpito una parte del centro Amiu, l’azienda ambientale del comune, dove si trovano uffici e dove viene gestita la logistica. Una parte del fabbricato risulta distrutta.

Era in corso un consolidamento. Autostrade per l’Italia comunica che “sulla struttura – risalente agli anni ’60 – erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto e che, come da progetto, era stato installato un carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione. I lavori e lo stato del viadotto erano sottoposti a costante attività di osservazione e vigilanza da parte della Direzione di Tronco di Genova”.

Sospesa la circolazione dei treni. La circolazione ferroviaria è stata sospesa. Come spiega il Secolo XIX, il provvedimento è stato causato dallo sbalzo di tensione provocato dai cavi elettrici tranciati.

Progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi, il viadotto fu costruito tra il 1963 e il 1967 dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua. È noto come “Ponte delle Condotte” dalla società che lo costruì, ma anche “Ponte di Brooklyn” per una forma che richiama molto vagamente il celebre ponte americano. Ha una lunghezza di 1182 metri, un’altezza al piano stradale di 45 metri e 3 piloni in cemento armato che raggiungono i 90 metri di altezza; la luce massima è di 210 metri. Venne edificato con una struttura mista: cemento armato precompresso per l’impalcato e cemento armato ordinario per le torri e le pile.

Il ponte venne inaugurato il 4 settembre 1967 alla presenza del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Dalla sua costruzione, il ponte ha sempre fatto discutere. Negli anni è stato oggetto di manutenzioni profonde. Alla luce di quanto è accaduto, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” , invita il Governo ad avviare un piano straordinario di monitoraggio e verifica di tutte le opere pubbliche in calcestruzzo e cemento risalenti ad un periodo antecedente agli anni ’70. Non è tollerabile che accadano tragedie simili ampiamente prevedibili ove correttamente e puntualmente controllate.

A partire dal 2015 Report si è occupato dello stato di salute delle infrastrutture della rete autostradale Italiana.

Giovanna Boursier è ritornata sul tema l’ultima volta nel 2016. I servizi completi (con video) a questi link: qui (puntata del 12/04/2015) e qui (puntata del 28/11/2016).