Oggi trovare una forma d’investimento sicura significa soprattutto puntare sul rendimento dei conti di deposito: un prodotto finanziario che, negli ultimi dieci anni, ha visto crescere enormemente i depositi effettuati dagli italiani. Con una crescita del 44%, e con un totale di investimenti pari a 578 miliardi di euro, questi conti così particolari rappresentano la meta ideale per i risparmi delle famiglie della Penisola.
Bisogna comunque dire che i conti di deposito non sono ovviamente tutti uguali: ciò implica la necessità di imparare come scegliere la soluzione migliore. Una soluzione che passa soprattutto dalla differenza fra i conti deposito liberi e quelli soggetti a vincoli.
Conto deposito vincolato: quali sono le sue caratteristiche?
Il conto deposito vincolato viene scelto dal 76% dei correntisti, dunque possiede diversi vantaggi. Prima, però, bisogna capire di cosa si tratta: nello specifico, un prodotto di questo tipo prevede il blocco della cifra investita per un certo periodo di tempo. Il vincolo viene stabilito di comune accordo con la banca, e impedisce di riavere indietro quei soldi per quel preciso periodo di tempo.
Perché conviene? Perché i tassi di interesse attivi sono chiaramente superiori, rispetto ad un conto libero da vincoli. Inoltre, tra i vari vantaggi c’è anche quello di poter aprire questo tipo di conto completamente online: istituti di credito telematici come ad esempio CheBanca! consentono di aprire e gestire un conto deposito vincolato direttamente dal proprio sito. In sintesi, non bisogna recarsi in filiale né stampare o inviare nulla.
Conto deposito libero: quali possibilità concede?
Il conto deposito libero non è soggetto ad alcun tipo
Il vantaggio principale? Oltre alla libertà di ottenere indietro il proprio investimento, l’utente non perde gli interessi maturati fino a quel momento: anche in questo caso, con un conto vincolato non si tratterebbe di un’opzione possibile. Gli svantaggi? Soprattutto il minor tasso di rendimento.
Come valutare la convenienza di un conto deposito?
Per prima cosa si deve sempre valutare la percentuale dei tassi di interesse: essa può variare da banca a banca, quindi non bisogna mai darla per scontato. Inoltre, serve capire se quella percentuale è intesa al lordo o al netto delle tasse, perché bisogna anche conteggiare la ritenuta fiscale.
Un altro fattore importantissimo è il totale dei costi che affronterà l’utente: ovvero voci quali il pagamento dell’imposta di bollo, che potrebbero essere pagate dalla banca e non dal correntista. Infine, la capitalizzazione degli interessi: se i suddetti vengono caricati nell’immediato, si ha un rendimento maggiore del normale.