Commissione Europea apre indagini su Google, Apple e Meta per violazioni DMA

La Commissione europea ha aperto le prime indagini sotto la sua nuova regolamentazione della Normativa sui Mercati Digitali (DMA, Digital Markets Act), una legislazione volta a evitare i monopoli nei mercati digitali che accompagna le nuove norme contenute nella Normativa sui Servizi Digitali (DSA, Digital Services Act), più incentrata sui contenuti.

Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione, ha annunciato l’apertura di indagini contro Alphabet, la società madre di Google, contro Apple, e contro Meta, la società madre di Facebook.

Guardiani dei mercati digitali.

La DMA, una delle regolamentazioni di punta di questa legislatura, stabilisce una serie di “guardiani” o gatekeepers, aziende che sono diventate così grandi da avere la responsabilità di rendere il mercato, che si riproduce all’interno delle proprie piattaforme, equo.

In altre parole, alcune aziende sono contemporaneamente una piattaforma in cui partecipano concorrenti contro i quali queste stesse aziende stanno competendo. In alcuni mercati sono “giudice e parte”, e Bruxelles ha sviluppato la DMA con l’obiettivo di mettere un po’ d’ordine.

La Commissione europea sospetta che sia Alphabet che Apple stabiliscano condizioni per le applicazioni che violano la DMA, che stabilisce che i “controllori”, cioè entrambe le aziende, devono consentire ai sviluppatori di applicazioni di indirizzare gratuitamente i consumatori verso offerte che si trovano al di fuori dei negozi di applicazioni di entrambe le aziende.

Condizioni imposte dai giganti digitali.

Bruxelles sottolinea che le condizioni imposte dai due giganti digitali “impongono diverse restrizioni e limitazioni”. “Tra le altre cose, limitano la capacità dei sviluppatori di comunicare e promuovere liberamente offerte e stipulare contratti direttamente, anche imponendo diverse tariffe”, afferma l’Esecutivo comunitario

Inoltre, per quanto riguarda Alphabet, i ricercatori della Commissione europea vogliono determinare se la “presentazione dei risultati di ricerca di Google da parte di Alphabet possa portare a un autopreferenza rispetto ai servizi di ricerca verticale di Google rispetto ai servizi simili della concorrenza”.

Un esempio pratico: se cerchi voli da Madrid a Bruxelles, la società ti mostra il comparatore di voli del suo servizio Google Flights prima di altri comparatori di prezzi che non appartengono ad Alphabet, o esattamente lo stesso se cerchi un hotel, mostrandoti prima i risultati di Google Hotels rispetto alla concorrenza.

Violazioni sospette.

L’Esecutivo comunitario sospetta che le misure adottate da Alphabet per conformarsi alla DMA potrebbero “non garantire che i servizi di terzi che appaiono nella pagina dei risultati di ricerca di Google ricevano un trattamento equo e non discriminatorio” rispetto ai servizi di Alphabet.

Per quanto riguarda Apple, la Commissione europea apre anche un’altra indagine con tre possibili violazioni da parte dell’azienda. In particolare, Bruxelles vuole determinare se Apple consente agli utenti di disinstallare facilmente qualsiasi applicazione software su iOS, se consente di cambiare facilmente le impostazioni predefinite del sistema operativo e se offre agli utenti “schermate di scelta che dovrebbero consentire loro di selezionare in modo efficace e semplice un servizio alternativo predefinito, come un browser o un motore di ricerca sui loro iPhone” diverso da quello predefinito.

Infine, per quanto riguarda Meta, la società madre di Facebook, la Commissione europea sta indagando sul modello di “pagamento o consenso” che l’azienda ha recentemente stabilito, obbligando gli utenti dell’Unione europea a decidere tra accettare i termini e le condizioni o entrare in un servizio a pagamento.

“La Commissione è preoccupata che l’opzione binaria imposta dal modello “pagamento o consenso” di Meta potrebbe non offrire un’alternativa reale nel caso in cui gli utenti non acconsentano, non raggiungendo così l’obiettivo di impedire l’accumulo di dati personali da parte dei guardiani”, afferma l’Esecutivo comunitario.

Inoltre, la Commissione sta decidendo se aprire un’indagine formale su Amazon che potrebbe dare priorità ai prodotti del marchio Amazon all’interno della propria piattaforma, e anche sulla nuova struttura delle tariffe di Apple.

“In caso di violazione, la Commissione può infliggere multe fino al 10% del fatturato totale mondiale dell’azienda. Queste multe possono arrivare fino al 20% in caso di violazioni ripetute”, ricorda la Commissione europea, che ora ha 12 mesi per concludere le indagini. In caso di violazioni strutturali, Bruxelles potrebbe arrivare a obbligare un’azienda a vendere parte della propria attività.