L’Alta Corte di Londra ha autorizzato la difesa del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, a presentare un nuovo appello contro la sua estradizione agli Stati Uniti, dove è accusato di aver diffuso documenti riservati. Assange è detenuto in un carcere di massima sicurezza britannico da 5 anni, dopo essere rimasto per 7 anni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. La sua salute è precaria e rischia una lunga condanna negli Stati Uniti.
La corte ha concesso al governo degli Stati Uniti tre settimane per offrire garanzie che i diritti di Julian Assange (52 anni) saranno rispettati durante il processo giudiziario e che non affronterà la pena di morte. Se Washington non offrirà queste garanzie, allora Assange potrà fare appello in un’udienza plenaria sul suo caso. Questo il comunicato tradotto in italiano:
“Se le garanzie verranno fornite, le parti avranno una nuova opportunità di presentare accuse e ci sarà una nuova udienza il 20 maggio 2024 per decidere se le garanzie sono soddisfacenti e per prendere una decisione definitiva sull’autorizzazione a presentare ricorso”.
A febbraio si sono svolte due giorni di udienze in tribunale, nelle quali Assange ha presentato ricorso contro la sua estradizione. A quel tempo, due giudici della corte dichiararono che avevano bisogno di tempo per prendere una decisione sul caso.
Assange è stato detenuto nel carcere Belmarsh di Londra nel 2019, dopo che l’allora presidente dell’Ecuador, Lenín Moreno, ne aveva consentito l’arresto presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra, dove il giornalista australiano era rimasto in asilo per sette anni, dal giugno del 2012.
Nel giugno 2022, il Regno Unito ha approvato l’estradizione di Assange negli Stati Uniti e, da quel momento, il giornalista ha tentato di appellarsi alla decisione della corte per evitarla.
L’attivista australiano è ricercato dalle autorità statunitensi per 18 capi d’accusa legati alla pubblicazione su WikiLeaks di grandi quantità di documenti militari riservati e dispacci diplomatici altamente compromettenti per Washington sulle sue attività nelle guerre in Iraq e Afghanistan.
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— Free Assange – #FreeAssange (@FreeAssangeNews) March 26, 2024