Esistono studi precedenti hanno rilevato la stessa associazione tra altezza e rischio tumore, facendo supporre, ad esempio, che il maggior numero di cellule e tessuti che posseggono le persone più alte semplicemente aumenti le probabilità che alcune di tali cellule possano svilupparsi in modo anormale e diventare maligne.
I fattori in comune tra sviluppo in altezza e tumore potrebbero essere genetici, oppure essere collegati ad esposizioni ambientali o nutrizionali nei primi anni di vita. Fanno notare gli autori dello studio, che l’altezza in età adulta è determinata sia dalla predisposizione genetica che dall’esposizione nei primi anni di vita a determinate circostanze ambientali che possono influenzare la realizzazione del proprio potenziale genetico. L’influenza delle esposizioni ambientali sulla statura è testimoniata dalla crescita secolare nella altezza delle popolazioni di molti paesi a partire dal 19° secolo, fatto che probabilmente riflette i miglioramenti in materia di igiene e nutrizione. Miglioramenti che potrebbero avere strascichi inaspettati e che vanno approfonditi.
L’altezza dovrebbe quindi essere pensata come un marker, cioè un elemento che evidenzia il rischio di cancro, piuttosto che un fattore di rischio. L’associazione tra altezza e cancro, in sostanza, più che allarmare, solleva alcune interessanti questioni biologiche.
Gli stessi autori dello studio sottolinenao che la scoperta non implica che il cancro sia inevitabile per una donna alta, ma solo che è stata scoperta un’associazione statistica, e non un rapporto di causa-effetto, tra altezza e rischio di sviluppare un tumore nelle donne in post-menopausa. È improbabile che malattie complesse come il cancro possano essere ricondotte ad un solo processo di sviluppo, come la crescita.