Immagini comparative della parete nord del massiccio della Marmolada, del 1916 e del 2020, con l'omonimo ghiacciaio nella parte centrale superiore

Il distacco di una delle parti frontali del ghiacciaio della Marmolada, nelle Dolomiti, ha lasciato un tragico bilancio di morti e feriti, che continua a crescere mentre si procede alla ricerca delle persone scomparse.

La valanga di ghiaccio e rocce che ha sorpreso gli escursionisti la mattina di domenica 3 luglio, nei pressi di Punta Rocca, a circa 2500 metri di quota, potrebbe diventare uno dei disastri d’alta montagna più gravi di questo secolo d’Europa.

Marmolada, si temono 30 dispersi. Sarebbero una trentina le persone che ieri si trovavano sul ghiacciaio della Marmolada al momento del crollo del seracco sommitale. E’ quanto si apprende da ambienti dei soccorritori. Non è chiaro al momento quante di queste persone siano effettivamente disperse e le verifiche sono in corso. Attivato un numero telefonico per segnalare il mancato rientro familiari 0461-495272.

Senza alcun dubbio, il disastro della Marmolada è un nuovo esempio di scomparsa globale dei ghiacciai, in un fenomeno di scioglimento accelerato dai cambiamenti climatici.

Negli ultimi anni sono stati pubblicati centinaia di studi sul ritiro di grandi masse di ghiaccio nelle zone montuose e esistono anche raccolte di fotografie in cui è possibile confrontare le superfici ricoperte dal ghiaccio negli ultimi decenni.

Nel caso della Marmolada, due dei documenti di riferimento sono le immagini rilasciate dal progetto On The Trail of The Glaciers (confrontando, ad esempio, fotografie del 1916 e del 2020) e lo studio pubblicato nel 2019 sulla rivista Remote Sensing of Environment di ricercatori dell’Università di Trieste (Italia) sulla recente evoluzione di questo famoso ghiacciaio alpino.

Zona della Marmolada (freccia rossa nelle immagini a confronto) dove si è verificata la valanga domenica 3 luglio

Nelle immagini a confronto dell’archivio privato di Laura Bellani (dal 1916) e Fabiano Ventura (2020), riprese dalla stessa angolazione e periodo dell’anno dal campo di Stanzon, si può osservare l’intera parete nord del massiccio della Marmolada, con una visione chiara del fenomeno di riduzione della superficie coperta da ghiaccio e neve.

I responsabili di On The Trail of The Glaciers, un progetto che studia e documenta la scomparsa dei ghiacciai nel mondo, indicano che, secondo diversi recenti studi scientifici, il fronte del ghiacciaio della Marmolada si sta ritirando negli ultimi decenni a una velocità

compresa tra 15 e 30 metri all’anno (a seconda della zona) e lo spessore del ghiaccio diminuisce tra 2 e 4 metri all’anno.

Velocità di scioglimento del ghiaccio accelerata

Lo studio scientifico pubblicato nel 2019, dal canto suo, presenta i dati di rilievi effettuati per dieci anni, con sistemi terrestri e aerei, sulla durata dello spessore e del volume del ghiaccio del ghiacciaio della Marmolada.

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Posizione ed estensione del ghiacciaio della Marmolada, con dati del 2004 – (Remote Sensing of Environment)

La riduzione del volume di ghiaccio osservata tra il 2004 e il 2014 nel ghiacciaio della Marmolada è di circa il 30%, mentre la superficie coperta da ghiaccio è diminuita di circa il 22%”, evidenzia la sintesi di questa ricerca firmata da sei docenti del Dipartimento di Matematica e Geofisica all’Università di Trieste.

Il ghiacciaio della Marmolada è ora diviso in più unità separate […] Applicando per il futuro la tendenza allo scioglimento del ghiaccio osservata tra il 2004 e il 2014, anche se il ghiacciaio della Marmolada potrebbe comportarsi in modo leggermente diverso rispetto ai ghiacciai in terreno non carsico a causa al drenaggio subglaciale verticale dominante, è probabile che scompaia entro il 2050“, azzardano gli autori.

“Solo alcune zone di ghiaccio molto isolate, piccole e sottili sopravviveranno a causa dell’alimentazione delle valanghe e dell’ombreggiatura ai piedi delle scogliere esposte a nord”, afferma lo studio scientifico in una frase che ora sembra preveggente.