La tecnologia 5G della telefonia mobile e l’ormai famosa “Internet delle cose” è già tra noi. Dallo scorso luglio abbiamo navigazione accelerata, nuovi servizi e strutture promesse da Vodafone, ma i rischi per la salute vengono ridotti praticamente al silenzio.
Ci sono scienziati indipendenti che ci avvertono delle conseguenze di essere continuamente soggetti, senza sosta, alle emissioni ad alta frequenza di antenne, cellulari, wi-fi e dispositivi wireless collegati.
Molti ricercatori, sparsi in tutta Europa, avvertono che la tecnologia 5G sarà accompagnata da un aumento di una varietà di patologie, dall’infertilità alle malattie neurologiche e al cancro.
La denuncia è molto importante: i governi non controllano ciò che sta accadando e gli scienziati sono molto preoccupati. Cancro, diabete, ictus, infarti … il prezzo da pagare per avere la tecnologia 5G è molto alto. Eh sì, perchè ormai è impossibile affermare che le radiofrequenze non causano il cancro. Ricordiamo infatti che già nel 2011, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato le microonde dei telefoni cellulari come “possibilmente cancerogene”.
Un altro effetto sarebbe la comparsa di un terzo tipo di diabete il cui innesco sarebbe l’inquinamento elettromagnetico. Esponendosi a questo tipo di radiazione, il funzionamento delle cellule viene gravemente disturbato.
Gli scienziati esperti nel settore, assicurano che potrebbe esserci una catastrofe per la salute, in cui le persone con ipersensibilità elettromagnetica potrebbero subire ictus o attacchi di cuore a causa della coagulazione del sangue.
Uno studio francese del 2018 del professor Dominique Belpomme conclude che esiste un consenso sull’aumento dello stress ossidativo generalizzato dall’esposizione a campi elettromagnetici. Qualcosa che l’80% delle persone con elettrosensibilità registra a tassi più alti, secondo David Carpenter.
Pertanto, non dovremmo concentrarci solo sul riscaldamento dei tessuti (l’unico effetto che riceve un consenso) perché ci sono più effetti biologici e con il 5G andrà peggio.
Lo studio Mobi-Kids, presentato alla Commissione europea nel 2017 e ancora inedito, potrebbe – secondo Annie Sasco, ex direttore dell’epidemiologia del National Institute of Health and Medical Research of France – che lo IARC aumenterà la classifica all’interno del Gruppo 2A, “probabilmente cancerogeno”, o gruppo 1, “cancerogeno“, in quanto mostra un rischio di cancro al cervello per le persone dai 7 ai 24 anni.
Forse lo studio che ha avuto il maggiore impatto negli ultimi mesi è stato quello condotto dal National Toxicology Program del National Institute for Environmental Health and Safety degli Stati Uniti.
Questo studio ha trovato “prove evidenti” dell’effetto cancerogeno delle emissioni dei telefoni cellulari sui topi di laboratorio. In particolare, la ricerca indica che un’alta esposizione è correlata a tumori maligni nel cuore (schwannomi). Esistono anche “alcune prove” di tumori maligni del cervello (gliomi) e cancro nelle ghiandole surrenali.
Questi risultati sono stati confermati da altre ricerche, come quella condotta presso l’Istituto Ramazzini (Italia), che ha anche trovato una relazione tra emissioni di microonde e schwannoma cardiaco maligno e glioma.
Un altro interessante studio epidemiologico è il francese CERENAT, pubblicato su Occupational Environment Medicine, che afferma che l’uso di telefoni cellulari, anche 30 minuti al giorno, raddoppia o triplica il rischio di soffrire di un tumore al cervello.
Grazie all’impiego della tecnologia 5G, l’inquinamento elettromagnetico aumenterà in modo significativo nei prossimi anni e con esso gli effetti negativi sulla salute delle persone. In assenza di consapevolezza politica e sociale del problema, sono state organizzate piattaforme supportate da persone colpite e scienziati come “STOP 5G“, che ha già gruppi in 200 città in tutto il mondo.
Queste piattaforme richiedono una moratoria sullo sviluppo di reti 5G, modifiche alle normative che regolano i livelli di emissione e stanno prendendo in considerazione la possibilità di intentare causa contro le compagnie telefoniche.
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