Il merito è di uno scientifico messicano che sta lavorando per riconvertire il danno neuronale causato dalla malattia. Si chiama Luis Carrillo ed è un neurobiologo presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM). Ha sviluppato un metodo in grado di riprogrammare circuiti neurali o gruppi affetti da malattie degenerative del cervello come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson. L’obiettivo principale del neurobiologo è quello di cambiare i modelli di attività in specifici gruppi neuronali.
Questo implica l’uso della luce. Per controllare i neuroni che sono stati geneticamente collegati con proteine sensibili alla luce, chiamate opsine, che brillano quando la cellula è attiva. L’optogenetica è una tecnica utilizzata per attivare e disattivare i gruppi neuronali basati sull’uso della luce. Mentre la microscopia a due fotoni consente la visualizzazione e la manipolazione di tessuti viventi fino a un millimetro di profondità.
Carrillo ha testato la sua tecnica per quattro anni alla Columbia University, a New York. Qui ha dimostrato che la stimolazione selettiva creava un tipo di memoria artificiale, in grado di contrastare gli effetti delle malattie degenerative.
In questi mesi, il messicano è alla ricerca di finanziamenti e realizzazione di progetti con Conacyt, al fine di stabilire la tecnologia in America Latina.
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