Sensore Raggi Cosmici rileva onde di Tsunami

Un gruppo internazionale di ricercatori ha recentemente pubblicato uno studio sulla rivista Scientific Reports in cui rivela di aver rilevato le onde di tsunami per la prima volta utilizzando un metodo più economico ed efficiente rispetto a quelli tradizionali. Si tratta di sensori installati lungo il tunnel della Baia di Tokyo (Giappone), in grado di misurare i “muoni” che attraversano il mare sopra di loro. I muoni sono particelle altamente energetiche create dai raggi cosmici provenienti dallo spazio profondo. Queste particelle sono sempre presenti nell’atmosfera, attraversando qualsiasi cosa, dal corpo umano agli enormi vulcani sottomarini. Secondo lo studio, la misurazione dei muoni consente ai ricercatori di calcolare i cambiamenti nel volume dell’acqua.

Il nuovo metodo è stato messo in pratica a settembre 2021, con l’arrivo di un tifone in Giappone. Avvicinandosi alla terraferma, ha portato con sé maremoti e piccoli tsunami. A livello microscopico, le particelle di muoni atmosferici erano leggermente più disperse dal volume extra di acqua di quanto non sarebbero in condizioni normali.

Sensore Raggi Cosmici rileva onde di Tsunami

Hiroyuki Tanaka, professore all’Università di Tokyo e

autore principale dello studio: “Questa variazione corrisponde alle onde oceaniche che sono state misurate con altri metodi. La combinazione di queste letture significa che possiamo utilizzare i dati muografici per modellare accuratamente i cambiamenti del livello del mare, evitando altri metodi che presentano inconvenienti“.

Sebbene ci siano modi per misurare i cambiamenti del livello del mare con meccanismi fisici come mareografi, satelliti o boe, i sensori di muoni (installati nei tunnel sottomarini) possono essere più economici da costruire e far funzionare, di più facile accesso e senza usura fisica perché non hanno parti mobili. Ma il più grande vantaggio di questo tipo di sensore di raggi cosmici è che fornisce dati molto precisi in tempo reale, due criteri chiave che potrebbero renderlo adatto a un affidabile sistema di allerta precoce. Tanaka: “Grazie al successo che abbiamo avuto con i primi test come questo, sistemi simili sono già stati testati nel Regno Unito e in Finlandia“.