Calcio Serie A: La prima Inter di Simone Inzaghi.

Meglio non si poteva di certo partire: un 4-0 roboante, una prestazione scintillante, la felicità e l’unione del gruppo squadra, l’appoggio compatto da parte del pubblico dopo un’estate che definire difficile sarebbe un eufemismo.

La prima sinfonia di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter si è conclusa in maniera perfetta, con una vittoria senza mezzi termini contro il Genoa che permette all’Inter di partire subito forte in questo campionato di Serie A 2021-2022, annata in cui i nerazzurri dovranno difendere il titolo conquistato nello scorso anno sotto la guida di Antonio Conte, e trascinati da due giocatori chiave come il belga Romelu Lukaku, ora passato al Chelsea, e il terzino marocchino Achraf Hakimi, passato al Paris Saint-Germain che ha costruito una squadra degna della miglior selezione di Fifa.

Le quote scommesse segnalano come dopo il restyling e il ridimensionamento estivo l’Inter non sia più la grande favorita per vincere questo campionato. La favorita di lusso resta la Juventus grazie al ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera, ma subito dopo vengono comunque i nerazzurri di Inzaghi, che hanno aggiunto al proprio motore comunque giocatori di qualità come Joaquin Correa, Edin Dzeko, Hakan Calhanoglu, Federico Dimarco e Denzel Dumfries. Sarà comunque un campionato molto combattuto sia nelle posizioni per non retrocedere sia in quelle di testa, con le cosiddette sette sorelle che sembrano fortemente appaiate: oltre alle due già citate, infatti, Milan, Atalanta, Napoli, Roma e Lazio si sono rinforzate in questo mercato estivo e sono pronte a darsi battaglia.

Proprio per questo, partire col piede giusto era importantissimo e soprattutto non scontato, in un campionato in cui sarà importante non solo vincere gli scontri diretti, ma anche non perdere punti contro le “piccole” della classe.

Ma non c’è solo il risultato: la prima Inter di Simone Inzaghi ha mostrato fin da subito alcuni segnali di continuità con l’Inter di Antonio Conte (la difesa a tre, l’impostazione dal basso, i due esterni molto offensivi e l’importanza in regia di Marcelo Brozovic) ma anche segnali di discontinuità rispetto al passato, soprattutto con un gioco più fluido, spensierato e basato su intuizioni in mezzo al campo rispetto all’ultimo biennio contiano. In questo senso, è stata fondamentale la presenza di Dzeko, il lavoro di Barella ma soprattutto la qualità di Calhanoglu, preso dall’Inter per sostituire almeno temporaneamente Eriksen e subito calatosi nella parte.

L’Inter ha mostrato fin da subito grande identità, un fattore che potrebbe consentire ai nerazzurri di fare bene fin da subito sia in campionato che nel girone di Champions League, che quest’anno l’Inter deve superare. Una volta messo a punto il motore anche con l’ingresso a pieno regime di Lautaro Martinez, ora vera stella della squadra, Denzel Dumfries e Joaquin Correa, l’Inter di Inzaghi potrà cominciare davvero a divertirsi. Nel complesso risulta comunque indebolita rispetto alla scorsa stagione, ma ora ha costruito un campionario offensivo più vasto, più ampio, più ricco e soprattutto con più soluzioni per fare male alle difese avversarie. Insomma, per lo scudetto ci sarà da tenere d’occhio ancora l’Inter.