
Gianni De Michelis è morto oggi 11 maggio 2019, aveva 78 anni. Era un politico veneziano (data di nascita 26 novembre 1940) di spicco del partito socialista di Bettino Craxi di cui è stato a lungo vicesegretario e capogruppo alla Camera.
E’ stato deputato socialista dal 1976 al 1993, è stato ministro dal 1980 al 1992 ricoprendo vari incarichi nei governi di Cossiga, Forlani, Spadolini, Fanfani, Craxi, De Mita e Andreotti. E’ stato poi segretario del Nuovo Psi dal 2001 al 2007. In particolare, dal 1989 al 1992 De Michelis è stato ministro degli Esteri, firmando tra l’altro i Trattati di Maastricht. Tra gli altri incarichi di governo anche quello di ministro del Lavoro.
Gianni De Michelis era ricoverato all’ospedale di Venezia da qualche giorno. Sembra che le le sue condizioni generali di salute si erano aggravate. Secondo quanto riferito da Nereo Laroni, ex deputato socialista ed ex sindaco di Venezia, De Michelis “non riusciva più ad alimentarsi, ed era stato necessario il ricovero.

In un articolo online IlFattoQuotidiano.it ci ricorda come Gianni De Michelis, il “doge di Venezia” socialista (l’altro era il democristiano Carlo Bernini), fu protagonista di uno degli “embemi delle ruberie della Prima Repubblica“: “Era il 1993 e l’Italia aveva ormai scoperto di essere stata amministrata da una banda di partiti che si spartivano tutto: seggiole, poltrone, appalti, fiumi di denaro. Anche in Veneto, con il ferreo accordo dei due politici più potenti”.
Il magistrato, che stava indagando sulla Mani Pulite in Veneto, era il sostituto procuratore Carlo Nordio e lo aveva coinvolto nelle indagini di corruzione e finanziamento illecito dei partiti, e che avrebbero anticipato perfino Tangentopoli.