Contrastare le teorie del complotto con controindicazioni può spesso essere un tentativo vano, ma secondo una recente valutazione scientifica, potrebbero esistere strategie alternative che potrebbero respingere con successo le credenze cospirative.
L’interesse per le teorie del complotto è cresciuto notevolmente negli ultimi dieci anni e durante la pandemia del Coronavirus, il mancato rispetto delle raccomandazioni sulla salute pubblica è stato talvolta associato alle convinzioni complottiste. Per esempio, i sostenitori del movimento anti-vax evitavano le vaccinazioni basandosi sul fatto che alcuni risultati pericolosi della vaccinazione venivano celati alla popolazione. Nonostante siano sempre più presenti nel dibattito pubblico, le teorie del complotto sono difficili da modificare.
Interventi per combattere le teorie cospirative
“Non avrei un dottorato di ricerca in questo campo se le teorie del complotto fossero facili da contrastare”, ha dichiarato Cian O’Mahony, un dottorando in psicologia presso l’Università College Cork in Irlanda che ha guidato la revisione sistematica riportata sulla rivista PLOS One. La recensione non ha scoperto un modo facile per contrastare le teorie del complotto, ma “abbiamo trovato alcune strade interessanti che dovremmo seguire in futuro”, ha spiegato.
Questa revisione rappresenta la prima di questo tipo, poiché studi precedenti si sono maggiormente concentrati sulla comprensione delle basi psicologiche delle convinzioni del complotto. La ricerca sullo sviluppo di interventi per combattere le teorie cospirative è ancora relativamente nuova. “Durante la nostra revisione, abbiamo visto che ci sono solo pochi documenti che sono stati pubblicati su questo argomento”, ha sottolineato O’Mahony.
O’Mahony ha spiegato che una teoria del complotto è una credenza che attribuisce gli eventi a gruppi maligni che agiscono clandestinamente. La presenza di organizzazioni segrete caratterizza le teorie del complotto, distinguendole dalla disinformazione e dalle “fake news“. Ad esempio, l’affermazione “Bigfoot esiste” non rappresenterebbe una teoria del complotto se non fosse accompagnata dall’indicazione di una particolare organizzazione che ne verrebbe mantenuta segreta.
Strategie promettenti per contrastare le teorie del complotto
Una recente revisione ha evidenziato che molti tentativi di contrastare le convinzioni del complotto si rivelano inefficaci, specialmente quando si cerca di smentirle direttamente dopo che sono già state radicate. Tuttavia, sono emerse alcune strategie promettenti per contrastare le teorie del complotto.
In particolare, la formazione delle persone per l’analisi critica delle informazioni al fine di distinguere la pseudoscienza dalla realtà si è dimostrata efficace. Anche un generico “adescamento analitico” dello stato mentale dei partecipanti allo studio, come presentare un testo in un carattere difficile da leggere, ha dimostrato di ridurre la probabilità che si innamorino di una teoria del complotto poco dopo.
Nel suo articolo apparso su LiveScience, Anna Demming evidenzia come, in conclusione, “l’immunizzazione delle informazioni” può essere un metodo efficace. Questa strategia prevede la presentazione di controargomentazioni ai complottisti, insieme a un avvertimento prima dell’esposizione alla disinformazione, in modo che la persona sia preparata ad affrontare la teoria. Questa tecnica è simile a un vaccino che espone a un virus indebolito per renderlo resistente alla malattia.
Tuttavia, viene ha osservato che questo stesso metodo può essere al contrario, cioè usato per diffondere le teorie del complotto. La diffusione delle teorie del complotto è un processo sociale e che gli interventi possono diminuire la fiducia in alcune teorie, ma non eliminano le cause sottostanti. Factori come personalità, paranoie, chiusura, insicurezze finanziarie e sentimenti di emarginazione possono influenzare la scelta delle teorie del complotto e gli interventi che funzionano.
I ricercatori stanno sviluppando un videogioco per affinare le capacità di pensiero critico dei giocatori, un metodo che si è dimostrato efficace nella lotta alle fake news.