L’Austria decreta il confinamento per l’intera popolazione (lockdown) e introdurrà la vaccinazione obbligatoria contro il Covid-19 da febbraio 2022. La versione ufficiale è che le misure sono dovute a un drastico aumento del numero di casi di coronavirus nel Paese.
Il cancelliere dell’Austria, Alexander Schallenberg, ha annunciato questo venerdì un nuovo confinamento per l’intera popolazione a causa dell’aumento dei casi di coronavirus nel Paese. Si tratta del quarto confinamento generale sul territorio austriaco dall’inizio della pandemia.
L’esito del confinamento sarà valutato dieci giorni dopo la sua introduzione, ma il provvedimento resterà in vigore per un massimo di 20 giorni. Secondo Schallenberg, il blocco terminerà per le persone vaccinate e per coloro che si sono già ripresi dalla malattia a partire dal 13 dicembre.
Le autorità hanno consigliato a tutte le organizzazioni e aziende di introdurre il formato del lavoro a distanza per i propri dipendenti. Per quanto riguarda le scuole, resta aperta la possibilità di frequentare le lezioni in aula (con l’uso obbligatorio delle mascherine), ma le autorità hanno chiesto ai genitori di tenere a casa se possibile i propri figli.
Schallenberg ha dichiarato inoltre che introdurrà la vaccinazione obbligatoria contro il covid-19 a partire dal 1 febbraio 2022. In questo modo, l’Austria diventa il primo paese dell’Unione europea a introdurre la vaccinazione obbligatoria.
Nell’ambito dei passi annunciati, il ministro degli Esteri ha dichiarato che “negli ultimi mesi non è stato possibile convincere un numero sufficiente di persone a farsi vaccinare“.
Questo lunedì era stato introdotto il confinamento obbligatorio per i milioni di cittadini che non sono completamente vaccinati, ma il governo ha ritenuto che questa misura non fosse sufficiente per combattere la nuova ondata di Covid-19.
Nel frattempo, il governatore della Florida, il repubblicano Ron DeSantis, ha firmato un pacchetto di leggi contro le norme federali che obbligano i lavoratori al vaccino anti-Covid.
Le nuove disposizioni vietano ai datori di lavoro privati di imporre tale misura e consentono “ai dipendenti di scegliere tra numerose esenzioni, inclusi ma non solo, problemi religiosi o di salute, gravidanza o futura gravidanza“. Previste anche sanzioni per le imprese che licenziano un lavoratore senza consentire le deroghe.
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