Ingegneri dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), nella loro filiale tedesca, hanno annunciato la scorsa settimana che effettueranno un’operazione senza precedenti per riportare sulla Terra un satellite meteorologico ‘morto’ e non più utilizzabile. Il recupero avverrà venerdì, per il quale sono state effettuate lunedì 24 luglio le prime manovre, secondo l’organizzazione.
L’Aeolus, la prima missione satellitare a tracciare profili del vento terrestre a livello globale, è stato lanciato nel 2018. I dati che raccoglieva venivano utilizzati per migliorare le previsioni meteorologiche e i modelli climatici. Progettato per funzionare per tre anni, l’apparecchio è riuscito a operare per altri 18 mesi e ora sta cadendo quasi senza carburante e in orbita bassa, ad un’altitudine di soli 280-250 chilometri.
Il primo passo per farlo tornare sulla Terra
Gli operatori dell’ESA hanno effettuato lunedì con successo la prima manovra di rientro del satellite. Per farlo hanno utilizzato la maggiore accensione dei propulsori in cinque anni di orbita della missione, con una forza triplicata rispetto alle operazioni ordinarie.
Secondo gli specialisti, i test preliminari sono stati effettuati al fine di verificare come l’apparecchio si comporterebbe in tali condizioni di complessità e altitudine molto bassa, quando l’atmosfera terrestre e una maggiore attrazione gravitazionale trascinerebbero il satellite.
Inoltre, originariamente non era previsto che il satellite sarebbe tornato sulla Terra in questo modo: il suo sistema di propulsione e le sue riserve di carburante non erano progettati per consentire un abbassamento fino all’altitudine necessaria per un rientro completamente controllato. Si prevedeva che semplicemente cadesse.
Dove atterrerà il satellite?
Secondo i calcoli degli scienziati dell’ESA, il punto di caduta pianificato si trova in un punto remoto dell’oceano Atlantico, scelto per minimizzare i rischi di impatto di frammenti in aree popolate. La zona in questione offre la migliore visibilità satellitare per le fasi critiche del rientro finale.
L’Agenzia precisa che l’innovativo tentativo di aiutare il rientro dell’Aeolus è un compito complesso e nuovo che potrebbe non funzionare. Pertanto, se in qualche momento fosse necessario interrompere il progetto, il satellite tornerà sulla Terra in modo naturale, come inizialmente previsto.
In ogni caso, il risultato dell’esperimento contribuirà al ritorno sicuro di satelliti attivi che non sono mai stati progettati per un rientro controllato.
Perché bisogna aiutare la caduta del satellite?
In tutto ciò che riguarda le missioni spaziali intorno al nostro pianeta, il sole svolge un ruolo importante, poiché le sue forti tempeste aumentano la densità dell’atmosfera superiore. Sottoposti ai suoi effetti, gli apparecchi spaziali perdono energia e iniziano a cadere, il che obbliga gli operatori a prendere il controllo per riportarli alla loro altitudine di lavoro o, in ultima analisi, farli atterrare per evitare pericoli per gli esseri umani.
In questo caso, inoltre, si tratta del primo rientro assistito di questo tipo, il che segna un precedente di approccio responsabile per ridurre il sempre crescente problema dei detriti spaziali e dei rientri incontrollati.