L’UNESCO ha aggiunto in data 29 giugno, la Basilica della Natività di Betlemme e il Percorso del Pellegrinaggio, in Cisgiordania, nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità. Una decisione che è stata accolta dai palestinesi come un significativo risultato politico e diplomatico quanto culturale.
Hanan Ashrawi, del movimento per la Liberazione della Palestina, Dipartimento dell’Organizzazione della Cultura e dell’Informazione, ha definito la decisione “Un gradito riconoscimento da parte della comunità internazionale dei nostri diritti storici e culturali in questa terra“.
USA e Israele, ovviamente, non hanno reagito con lo stesso entusiasmo; del resto avevano già espresso il loro dissenso per l’ingresso dell’ANP nell’UNESCO, nell’ottobre scorso, considerando la Palestina come parte di un contenzioso. La votazione della riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale a San Pietroburgo, in Russia, si è infatti conclusa con 13 voti a favore e 6 contro e l’astensione dal voto di Stati Uniti e Israele.
Particolarmente irritante per Israele è il fatto che uno dei motivi per cui la Basilica della Natività di Betlemme è stata inserita nella lista dei monumenti in pericolo del Patrimonio Mondiale è che dei funzionari palestinesi abbiano anche suggerito che il sito è minacciato da Israele.
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