TERREMOTI IN GRECIA – Dopo la fortissima scossa di ieri, 26 gennaio, oggi l’isola di Cefalonia, sito dell’epicentro, fa il primo bilancio della situazione, mentre la Terra contina a tremare e molte nuove scosse di forte intensità vengono registrate ogni pochi minuti.
Quello che molti temono è che il terremoto di domenica, sentito nel Peloponneso, in molte città della Grecia continentale, a Patrasso, Atene, Karditsa e Larissa, non fosse il principale; ma i sismologi rassicurano la popolazione: la forte scossa di 6 gradi Richter era quella più importante, ora si è in fase di assestamento.
Le previsioni diffuse dai media locali parlano di molte altre scosse, che si verificheranno probabilmente con maggiore frequenza, ma con minore intensità.
Da parte sua, il professore di Sismologia e direttore dell’Istituto di geodinamica di Atene, Kostas Makropoulos, ha sottolineato che si deve essere cauti e aspettare una settimana per decidere se quello di ieri è stato il terremoto principale, e ha fatto riferimento al sisma che colpì Cefalonia e Zante nel 1953.
L’intensa attività sismica durerà per settimane ancora a Cefalonia, ha detto alla stazione radiofonica di Atene 9,84 anche il professore di Dinamica tettonica dell’Università di Atene, Efthimios Lekkas, che si è recato a Cefalonia già domenica subito dopo la scossa principale, e che raccomanda ai residenti di avere pazienza. Lekkas ha spiegato che il terremoto di ieri non proviene dalla faglia che ha originato quello del 1953, e l’evento sismico di ieri non è legato all’altro.
Il sismologo presso l’Università di Patrasso, Akis Tselentis, ha confermato questa opinione, facendo riferimento ai dati raccolti dai suoi colleghi. Inoltre, parlando in TV ha spiegato che Cefalonia, dopo il catastrofico terremoto del 1953, è stata in gran parte ricostruita con criteri antisismici e materiali e strutture sono pensate per resistere ad una tensione di snervamento pari a 0,35/0,36.
Tuttavia, per l’isola di Cefalonia è stato dichiarato lo stato di emergenza, lo ha detto il ministro dell’Interno Yiannis Michelakis questa mattina, dopo essersi recato già nella giornata di ieri sull’isola in elicottero militare, inviato da Antonis Samaras per valutare la situazione e coordinare gli inetrventi.
Il ministro ha spiegato che due navi sono arrivate in prossimità dell’isola e sono in grado di ospitare più di 1000 persone; tuttavia ha stimato che ci sarà bisogno di offrire rifugio ad un numero maggiore di residenti, seppure parte della popolazione ha trascorso la notte tra domenica e lunedì in strutture alberghiere di Argostoli. Michelakis è in contatto con i funzionari del Ministero della Pubblica Istruzione e dell’Ambiente per verificare eventuali inagibilità delle strutture scolastiche, che comunque resteranno chiuse fino a che non ne saranno verificate analiticamente le condizioni.
Chiusa per frane la strada provinciale Lixouri – Argostoli, così come diverse strade provinciali di montagna. La situazione negli ospedali è piuttosto tranquilla, si registra il ferimento di 7 persone, dovuto più che altro alla caduta di oggetti. La fornitura di energia elettrica è stata ripristinata in gran parte dell’isola, ma c’è un problema con la fornitura di acqua potabile a Lixouri, il centro più colpito in termini di danni.