Templi buddhisti più recenti, in mattoni, vennero costruiti successivamente intorno e al di sopra di questo edificio centrale, avvolgendolo e nascondendolo. L’intera costruzione venne poi coperta dalla vegetazione della giungla, e riscoperta solo nel 1896, quando gli archeologi di allora, trovandovi incisa su un pilastro la descrizione di una visita dell’imperatore Ashoka e una data, collocarono la data di costruzione proprio all’epoca della vita dell’imperatore promotore della diffusione della religione buddhista dall’Afghanistan al Bangladesh.
“Noi siamo andati a scavare ed abbiamo trovato un edificio che era già lì a partire dal sesto secolo avanti Cristo“, ha detto l’archeologo Robin Coningham, dell’università britannica di Durham, che ha coordinato il gruppo internazionale di archeologi insieme a Kosh Prasad Acharya, dell’Ente per lo sviluppo dell’area nepalese del Pashupati. “Ora, per la prima volta, abbiamo tetsimonianza di una sequenza archeologica a Lumbini che mostra l’esistenza di un edificio già nel 6° secolo aC.“.
Il legno di cui è costituito il tempio, i frammenti di carbone e persino i granelli di sabbia all’interno di esso, sono stati testati utilizzando una combinazione del metodo di datazione radiometrica del carbonio-14 e tecniche di datazione mediante luminescenza otticamente stimolata.
La speranza degli archeologi e dei sostenitori dell’iniziativa: il Governo del Nepal e quello del Giappone, e la National Geographic Society, è che la scoperta, descritta sulla rivista Antiquity, possa contribuire alla sensibilizzazione delle autorità sulla necessità di preservare il tempio della Regina Maya e l’intero sito religioso del Distretto di Rupandehi nel Nepal meridionale, a pochi chilometri dal confine con l’India e a circa 230 dalla capitale Kathmandu.
Lumbini è una delle quattro principali mete di pellegrinaggio per i buddhisti, scelte in base ai luoghi della vita del Buddha, insieme ai paesi di Kushinagar, Bodh Gaya e Sarnath. Uno dei luoghi sacri più importanti per una delle religioni più antiche del mondo, che è trascurato nonostante il suo status di patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1997.
“Questa scoperta è molto importante per conoscere meglio il luogo di nascita del Buddha“, ha già detto Ram Kumar Shrestha, ministro della cultura, del turismo e dell’aviazione civile del Nepal, “Il governo del Nepal non risparmierà alcuno sforzo per preservare questo luogo significativo“.
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