Alla fine del 2020 la sonda passerà sopra l’Australia e rilascerà una capsula contenente campioni di sabbia e rocce raccolti da Ryugu.
Mercoledì scorso la sonda giapponese Hayabusa2 ha intrapreso il suo viaggio di ritorno sulla Terra dopo aver ottenuto campioni di un asteroide remoto. E’ un risultato senza precedenti nell’esplorazione dell’universo, come annunciato dall’agenzia aerospaziale. Tutto questo mentre la sonda spaziale Solar Orbiter ha superato tutti i test e ora viaggerà a Cape Canaveral, dove partirà per il Sole nel febbraio 2020.
La sonda ha iniziato le manovre per lasciare l’orbita dell’asteroide Ryugu e iniziare a percorrere il suo percorso verso la Terra, a 700 milioni di chilometri di distanza e circa un anno. Lo ha confermato l’Agenzia aerospaziale giapponese (JAXA) attraverso il suo account Twitter.
Se riuscirà a tornare senza problemi, Hayabusa2 diventerà la prima missione spaziale che porta sul nostro pianeta superficie e campioni sotterranei di un corpo celeste così distante. Qualcosa che potrebbe contribuire all’indagine sui misteri dell’universo.
Mercoledì alle ore 1:05 GMT, la sonda giapponese ha attivato il suo motore a ioni per ottenere lo slancio dalla sua posizione nell’orbita di Ryugu, a circa 20 chilometri sopra questo asteroide, e quindi iniziare un viaggio che la porterà prima nell’orbita solare.
La JAXA ha dettagliato i passaggi di questa operazione battezzata come “Sayonara Ryugu” (Arrivederci Ryugu) nel suo account Twitter e ha distribuito fotografie scattate da Hayabusa2 in cui l’asteroide viene visto sempre più distante.
Hyabasusa2 rintraccerà nei prossimi mesi tre quarti dell’orbita del Sole e sfrutterà la forza della gravità della nostra stella per lanciarsi verso la Terra. Secondo il piano JAXA, entro la fine del 2020 la sonda passerà sopra l’Australia e rilascerà una capsula contenente campioni di sabbia e rocce raccolte da Ryugu.
Hayabusa2 aveva raggiunto l’asteroide Ryugu nel 2018. Ha toccato terra due volte quest’anno, quando è riuscito a scavare un cratere sulla superficie e raccogliere campioni usando proiettili sparati da un braccio articolato, in quella che costituiva una missione pionieristica di elevata complessità tecnica.
Inoltre, la sonda ha scaricato tre piccoli veicoli esplorativi su Ryugu con l’obiettivo di raccogliere campioni aggiuntivi. Ryugu si trova a 340 milioni di chilometri dalla Terra. Si ritiene che la sua superficie ospita resti di carbone e acqua formati durante la nascita del sistema solare circa 4,600 miliardi di anni fa, che potrebbero fornire indizi sulla formazione dei pianeti e l’origine della vita.
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