Un team di ricercatori italiani ha recentemente rivelato una serie di scoperte straordinarie riguardanti un misterioso sistema sotterraneo sotto la Piramide di Khafre, situata nel complesso delle piramidi di Giza, in Egitto.
Secondo i ricercatori, sotto la piattaforma di calcare che si trova a oltre 2.100 piedi di profondità, sarebbero stati identificati giganteschi pozzi verticali, avvolti in “scale a spirale”, e una vasta area contenente due enormi camere collegate da canali discendenti che somigliano a tubature.
Durante una conferenza stampa rilasciata sabato scorso, il team di ricercatori italiani ha rivelato di aver identificato un sistema idrico sotto la piattaforma, con percorsi sotterranei che si estendono ancora più in profondità nel sottosuolo. Utilizzando impulsi radar per creare immagini ad alta risoluzione delle strutture sotterranee, i ricercatori sono riusciti a mappare una serie di caratteristiche nascoste sotto la superficie, proprio come il sonar radar viene impiegato per mappare i fondali marini.
Nonostante le dichiarazioni siano state fortemente contestate da esperti che le hanno definite “false” ed “esagerate”, il team di ricerca è convinto che sotto il sito si nasconda un intero mondo sotterraneo composto da numerose strutture, situate a più di 2.000 piedi sotto il sistema idrico. Corrado Malanga, dell’Università di Pisa, ha dichiarato che, amplificando le immagini in futuro, sarà possibile rivelare “quello che può essere descritto solo come una vera e propria città sotterranea”.
I ricercatori hanno anche suggerito che la Piramide di Khafre potrebbe celare segreti ancora sconosciuti, tra cui la leggendaria “Sala degli Archivi”, un concetto misterioso e spesso legato alla tradizione egizia, che si dice contenesse enormi quantità di saggezza perduta sulla civiltà antica.
Nonostante le impressionanti scoperte, molti esperti rimangono scettici riguardo all’affermazione che una città sotterranea possa trovarsi a così grande profondità. Il professor Lawrence Conyers, un esperto di radar archeologici della University of Denver, ha dichiarato al DailyMail.com che la tecnologia attuale non sarebbe in grado di penetrare così in profondità nel terreno, mettendo in dubbio l’idea di una città sotterranea e definendola una “grossa esagerazione”. Tuttavia, ha aggiunto che sarebbe plausibile l’esistenza di piccole strutture sotterranee, come pozzi e camere, che potrebbero trovarsi sotto le piramidi, risalenti a un periodo precedente alla costruzione delle stesse, poiché il sito di Giza aveva un’importanza speciale per gli antichi egizi.
Le ricerche sono state presentate per la prima volta in Italia durante una conferenza che ha visto protagonisti Corrado Malanga, Filippo Biondi dell’Università di Strathclyde in Scozia, e l’egittologo Armando Mei. Tuttavia, la ricerca non è stata ancora sottoposta a revisione paritaria da parte di esperti indipendenti. La portavoce del progetto, Nicole Ciccolo, ha condiviso un nuovo video in cui i ricercatori discutono i risultati, ma lo studio completo non è stato ancora pubblicato su una rivista scientifica.
Il team ha concentrato la propria attenzione sulla Piramide di Khafre, una delle tre piramidi del complesso di Giza. Le altre due sono la Piramide di Cheope (Khufu) e quella di Menkaure. Tutte e tre sono state costruite circa 4.500 anni fa e si trovano su un altopiano roccioso sulla riva occidentale del fiume Nilo, nel nord dell’Egitto.
I ricercatori hanno identificato dei pozzi verticali sotto la Piramide di Khafre, che vanno dai 33 ai 39 piedi di diametro, situati a una profondità di almeno 2.130 piedi. Secondo gli studiosi, queste strutture potrebbero fungere da supporto per la piramide stessa. Malanga ha affermato che, dopo aver eseguito calcoli, è emerso che la piramide di Khafre è incredibilmente pesante e per evitare che affondi nel terreno, è necessario un fondamento solido.
Inoltre, il team ha identificato otto strutture cilindriche sotto la piramide che si estendono per oltre 2.100 piedi sotto la base della piramide, con strutture a spirale visibili sui lati dei pozzi. Ciccolo ha anche sottolineato che queste strutture sembrano fungere da punti di accesso a un sistema sotterraneo complesso.
Per ottenere queste informazioni, i ricercatori hanno utilizzato segnali radar inviati da due satelliti posti a circa 420 miglia sopra la Terra, che hanno analizzato come i segnali rimbalzavano dalla piramide. Le informazioni raccolte sono state poi convertite in onde sonore, permettendo ai ricercatori di “vedere” attraverso la solida pietra e mappare in 3D le strutture sotterranee nascoste. Malanga ha assicurato che i dati ottenuti dai satelliti erano completamente coerenti, escludendo qualsiasi possibilità di interpretazione errata dovuta ai riflessi sonori.
“Poiché ogni satellite osserva da un angolo diverso, i risultati devono essere allineati per considerare i dati affidabili”, ha aggiunto Malanga. “Se qualcosa appare nel rilevamento di un satellite ma non nell’altro, sappiamo che si tratta di un segnale falso o di un artefatto.”
Le scoperte, ancora lontane dall’essere convalidate da una revisione scientifica indipendente, potrebbero tuttavia rivoluzionare il modo in cui comprendiamo il sito di Giza, suggerendo l’esistenza di una rete sotterranea che potrebbe celare segreti millenari.
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