La storia di Paolo Stoppa, nella foto del 1963 con Burt Lancaster, Claudia Cardinale e Alain Delon. Vi siete mai domandati in che cosa consista la grandezza di un attore? O di un’attrice, ovviamente. Qual è l’attore veramente bravo? Quello che ha una personalità talmente forte, un carisma irresistibile, anche una prestanza fisica tali per cui quando arriva lui tutto il resto sparisce? Ci sono molti esempi di attori e attrici così. Personaggi come Marlon Brando, o Al Pacino, Gregory Peck, Elizabeth Taylor, Audrey Hepburn.
In Italia Vittorio Gassman, Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni sono grandi e riconoscibilissimi attori e attrici che hanno segnato la storia con la loro personalità e anche con la loro fisicità importante. Sono loro, oppure il vero grande attore deve essere un camaleonte, di per sé poco riconoscibile? Una tela bianca sulla quale dipingere di volta in volta il personaggio che si va ad interpretare? Così che alcune volte ci si stupisce e addirittura viene da dire: eh già, era lui, era lei. Non perché sia travestito, ma perché la sua bravura interpretativa ci fa scordare l’attore e ci fa vedere solo il personaggio. Sono modi diversi di essere attori e probabilmente vanno bene tutti e due.
Ci sono alcuni, pochi, attori che riescono inspiegabilmente ad essere entrambe le cose. Ad essere grandissimi uomini e donne, ma anche ad avere una capacità mimetica tale da confondersi con il personaggio che interpretano.
Alle 15:30 Enrico Ruggeri racconta su Radio 24 la storia di un mostro sacro dello spettacolo italiano, la storia di Paolo Stoppa, uno degli attori più completi e rappresentativi dello spettacolo italiano del Novecento. Rigoroso e sensibile, ma anche dotato del piglio da mattatore, segna una delle pagine più intense e significative del nostro teatro grazie anche alla sua collaborazione con la compagna di una vita, la grandissima Rina Morelli, e al sodalizio artistico con lo straordinario Luchino Visconti. Diretta streaming su radio24.it.