Scienze / Ambiente

Mercurio, il pianeta più piccolo del Sistema Solare, si sta restringendo!

È generalmente noto il numero e il nome dei pianeti che compongono il nostro Sistema Solare, dove la Terra occupa la terza posizione rispetto al Sole e Mercurio è nella parte anteriore, accanto all’asse della stella. L’Agenzia spaziale della NASA e varie istituzioni accademiche sono state responsabili della conversione di queste informazioni in conoscenza generale.

Pochissimi però hanno in mente un paio di dati abbastanza rilevanti sulle caratteristiche del volume di Mercurio. Le sue dimensioni sono appena poco più grandi di quelle della Luna. Il minuscolo pianeta ha un diametro di appena 4879 chilometri, mentre la Luna ha un’estensione sotto tale parametro di 3476 chilometri.

Entrambe le stelle sono estremamente simili ma il pianeta vicino al Sole ha una particolarità ancora più inquietante: da decenni si sta rimpicciolendo e diventa sempre più piccolo. Quindi oggi Mercurio è il pianeta più piccolo dell’intero Sistema Solare e con il passare del tempo diventa sempre più piccolo.

Ora un gruppo di scienziati ha rianalizzato questo fenomeno di riduzione, trovando alcuni dati interessanti.

Mercurio continua a rimpicciolirsi e si assicura il posto di pianeta più piccolo dell’intero Sistema Solare

Nell’ultima edizione di Nature Geoscience sono stati pubblicati i risultati dell’ultimo studio su questo fenomeno condotto da un gruppo di scienziati della Open University del Regno Unito.

Il documento di ricerca, intitolato Widespread small grabens consistent with recent tectonism on Mercury, si basa sulla scoperta fatta nel 1974, quando la missione Mariner 10 della NASA riuscì a verificare che il pianeta stava riducendo le sue dimensioni.

Ora, nella recente ricerca, gli scienziati prendono come prova e punto di partenza per l’analisi tutti i dati raccolti finora sull’attività tettonica su Mercurio, dove, secondo gli specialisti, la contrazione della stella potrebbe restare in corso anche oggi, tutto come conseguenza naturale derivata dal raffreddamento del suo nucleo dovuto all’attività delle sue placche:

“È come le rughe che si formano su una mela quando invecchia, tranne che la mela si restringe perché secca, mentre Mercurio si restringe a causa della contrazione termica del suo interno”.

Così spiega questo curioso fenomeno David Rothery, accademico della Open University coinvolto nel progetto di ricerca, dove si stima anche che questo processo di contrazione sarebbe iniziato 3 miliardi di anni fa e si è ridotto fino ad oggi di un totale di 7 chilometri.

Cosa accadrà in un altro periodo di tempo? Non c’è certezza, ma si ritiene che il processo di contrazione continuerà.

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