Una cascata di acqua. O meglio, una vera e propria colata di fango che scivola e sommerge strade, parchi, case, esercizi pubblici. Le immagini riprese dal drone restituiscono in tutta la loro drammaticità la situazione a Rezzo, paese della Liguria tra i più colpiti dall’ondata di maltempo che settimana scorsa si è abbattuta sul Nord-Ovest. Dopo la pioggia si contano i danni in Liguria, Piemonte e Sicilia. Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico, stima superare il miliardo di euro. “Abbiamo migliaia di sfollati nel nord ovest, strade interrotte, ponti crollati e tanti campi coltivati devastati da fiumi e torrenti”.
Una vittima in Piemonte.
La grande paura di inondazioni in Piemonte sembra essere passata. Comincia il conto dei danni del maltempo e si piange una vittima: è stato recuperato il corpo di Sergio Biamino, il settantenne di Perosa Argentina (Torino) travolto da un torrente in piena mentre andava a mettere in salvo i suoi cavalli. Il cadavere era stato trascinato chilometri a valle, nel fiume Chisone, dove l’hanno avvistato i Vigili del fuoco da un elicottero. Al Piemonte, come alla Liguria, sarà concesso lo stato d’emergenza, ha rassicurato il presidente del consiglio Matteo Renzi, incontrando i sindaci della provincia di Savona. “I danni sono elevatissimi”, ha ribadito Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, che questa mattina è stato a Garessio, in Val Tanaro. “Per fortuna – ha aggiunto – rispetto all’alluvione del ’94, si è visto il grande lavoro fatto dalla Protezione civile, nelle previsioni e nella prevenzione – aggiunge Chiamparino – E grazie alle opere compiute è stato possibile evitare conseguenze più gravi”.
Nubifragio in Sicilia, due dispersi.
Anche in Sicilia i danni sono ingenti. Ma soprattutto si cercano le due persone disperse, Roberto Saccà di 74 anni scomparso a Letojianni (Messina) e Vincenzo Bono, allevatore di 60 anni, di cui non si hanno più tracce a Sciacca (Agrigento). L’auto dell’allevatore è stata ritrovata in località Muciare, nell’alveo di un torrente: era ridotta a una carcassa. Si ipotizza che la sua vettura sia stata travolta da una frana e trascinata dalla furia dell’acqua. Saccà è disperso, di lui solo lo scooter.
Ondata di freddo nelle zone colpite dal sisma.
Nelle zone del centro Italia colpite dal terremoto è arrivata la temuta ondata di freddo. Il brusco calo delle temperature – scese di notte anche sotto lo zero – rende ancora più disagiata la vita delle centinaia di persone che dormono nelle tende e che attendono l’arrivo dei container, promessi entro Natale. A preoccupare è soprattutto l’arrivo della prima neve. Prevista sugli Appennini già da questa notte, anche a quote basse, potrebbe infatti complicare il lavoro dei vigili del fuoco, che a Norcia, ad esempio, stanno mettendo in sicurezza piazza San Benedetto, oltre alle case e ai negozi ancora pericolanti e la cui agibilità è seriamente compromessa.
Alluvione Genova, ex sindaco Vincenzi condannata a 5 anni.
L’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi è stata condannata a 5 anni per l’alluvione di Genova del 4 novembre 2011, durante la quale persero la vita quattro donne e due bambini. Il giudice Adriana Petri l’ha ritenuta colpevole di disastro colposo e omicidio colposo plurimo, oltre che di falso e calunnia per aver modificato il verbale di ricostruzione dell’esondazione del Fereggiano. Secondo l’accusa, i politici e i tecnici non chiusero le scuole nonostante fosse stata diramata l’allerta meteo 2 e, la mattina dell’alluvione, non chiusero con tempestività le strade. Dalle indagini è emerso che “gli uffici comunali di protezione civile avevano ricevuto notizie allarmanti già alle 11 mentre il rio Fereggiano esondò intorno all’una”. In quelle due ore c’era la possibilità di evitare la tragedia con alcuni accorgimenti che “non vennero messi in atto”, aveva scritto il pm Luca Scorza Azzarà. I vertici della macchina comunale “non solo non fecero quello che andava fatto” ma, secondo l’accusa, “falsificarono il verbale alterando l’orario dell’esondazione”. Quel documento secondo gli inquirenti venne alterato per sostenere la tesi secondo cui quel giorno sulla città si abbatté una “bomba d’acqua” di per sé imprevedibile.