Il mondo del tennis e l’Italia intera salutano oggi un gigante: Nicola Pietrangeli si è spento all’età di 92 anni.
La sua figura trascende i meri risultati sportivi, elevandosi a vero e proprio emblema di un’epoca irripetibile, capace di fondere il rigore agonistico con lo spirito libero e il glamour della “Dolce Vita”. La sua eredità è un mosaico di record ineguagliati, trionfi leggendari e scelte di vita che hanno inciso nella storia.
Pietrangeli è stato il dominatore incontrastato del tennis italiano per decenni. Il suo palmarès vanta ben 48 titoli, un primato nazionale che a lungo lo ha reso l’unico punto di riferimento per le generazioni successive. Tra il 1957 e il 1964, la sua presenza nell’élite mondiale era una certezza, con la critica che lo riconosceva stabilmente tra i migliori dieci giocatori del pianeta.
Addio al campione italiano Nicola Pietrangeli
La sua leggenda è legata indissolubilmente al Roland Garros, il tempio della terra battuta, dove conquistò due titoli consecutivi nel 1959 e nel 1960. Questi successi, affiancati da due vittorie agli Internazionali d’Italia, hanno cementato la sua reputazione come maestro della superficie lenta. Il suo stile era l’essenza dell’eleganza: un talento cristallino, un rovescio spesso descritto come “poetico” e una capacità di gioco che univa inventiva e pura classe.

Il tennis italiano saluta la leggenda dello sport Foto Fb @totalsport/notiziein.it
Il legame di Pietrangeli con la Coppa Davis è epico. Assieme a Orlando Sirola, formò la coppia di doppio più vincente nella storia della competizione italiana. Tuttavia, il momento più alto giunse nel 1976, quando da capitano non giocatore, guidò l’Italia alla conquista della sua prima Insalatiera.
Quella vittoria, per sua stessa ammissione, fu la più grande e difficile per ragioni che superano lo sport: la squadra giocò in Cile, in un momento di forte pressione internazionale che chiedeva il boicottaggio contro il regime di Augusto Pinochet. Resistere a quel fronte politico e decidere di giocare fu un atto di profonda responsabilità morale e storica, definendo il tennis come un ponte capace di superare le barriere ideologiche.
Lontano dai campi, Pietrangeli fu un volto amatissimo e un protagonista di spicco della scena mondana romana. Era l’incarnazione sportiva della “Dolce Vita” felliniana: un campione moderno in un’epoca romantica, il cui stile e la cui fama lo portarono dai campi da gioco ai salotti della capitale e persino al cinema.
La sua filosofia di vita è catturata nella celebre e disarmante frase: «Se mi fossi allenato di più, avrei vinto di più, ma mi sarei divertito di meno». Questa citazione riassume l’essenza di un uomo che ha saputo bilanciare l’eccellenza sportiva con la gioia di vivere, lasciando un’eredità che ispira non solo per i trofei vinti, ma per l’autenticità e la libertà dimostrate in ogni scelta.
Il tennis italiano saluta la leggenda dello sport Foto Fb @totalsport/notiziein.it






