Il 19 ottobre, la piattaforma italiana Piracy Shield ha bloccato per errore un dominio di Google Drive e una cache di Youtube, risorse non correlate alla pirateria sportiva che dovrebbe combattere. Questo blocco ha impedito il download di file da Drive, creando problemi per utenti, aziende, scuole e università che utilizzano Google Workspace.
Nonostante Google avesse recentemente offerto collaborazione ad Agcom contro la pirateria, il sistema di segnalazione di Piracy Shield ha incluso nel blocco domini estranei alla pirateria. Gli ISP hanno 30 minuti per reagire a tali segnalazioni, e pare che alcuni sottodomini importanti di Google non siano nella whitelist di risorse da non bloccare.
Solo alcuni ISP, come Tim e Wind3, hanno ripristinato l’accesso a Drive, mentre altri utenti continuano a ricevere messaggi di errore. Giulia Pastorella ha annunciato un’interrogazione parlamentare riguardo alla questione. Le regole attuali permettono ai proprietari di domini bloccati erroneamente di presentare ricorso entro cinque giorni, ma il sistema di Piracy Shield ha ricevuto critiche per la sua obsolescenza.
Recentemente, nuovi emendamenti hanno ampliato il potere di Piracy Shield, permettendo di oscurare anche domini con attività illegali prevalenti. Dopo l’incidente di Google Drive, resta da vedere se ci saranno cambiamenti nelle procedure di blocco.
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