La comodità, la velocità, l’assortimento, le tempistiche rapide: tanti sono i motivi che hanno fatto dell’e-commerce una realtà consolidata nei suoi ritmi di crescita sostenuti, in termini di utenti attivi, fatturati aziendali, imprese presenti online coi loro shop. Attualmente in Italia gli acquisti online sono triplicati dal 2019, e sfiorano i 40 miliardi di euro annui.
I numeri presuppongono dunque che gli utenti abbiano davvero preso confidenza col mezzo, e lo dimostra anche il fatto che i nuovi consumatori chiedono sempre di più all’e-commerce, in termini di benefit. Oltre a prezzi scontati, promozioni, offerte, oggi il risparmio passa anche da nuove tendenze: il compra-ora-paga poi, le prove gratuite dei servizi, il cashback.
Compra ora, paga poi
Poter acquistare in anticipo un prodotto, e pagarlo in comode rate, è una pratica ormai diffusa ad ampio raggio, anche nel commercio fisico.
Il fenomeno del buy now pay later non poteva però non fare i conti con i canali di vendita dell’e-commerce, e, a partire da colossi come Amazon e Paypal, le soluzioni rateizzate stanno iniziando a conquistare anche il web.
Il pagamento a rate su Amazon è già attivo da qualche anno, e permette di dilazionare i pagamenti in cinque mensilità e senza tassi o spese aggiuntive, ma con limitazione a prodotti nuovi certificati.
Il nuovo progetto “prendi ora, paga poi” della compagnia di Jeff Bezos, non ancora approdato in Italia, prevede l’introduzione di un sistema di rate personalizzabili da 3 a 48 mesi, con tassi dallo zero al trenta per cento.
Già su Amazon e Zalando è già presente anche la possibilità del pagamento posticipato, che in questo caso si configura come “prova prima, paga dopo” e che permette di ricevere la merce, provarla, e pagare solo quella desiderata.
Quanto alla rateizzazione, anche PayPal ha da poco iniziato a sperimentare soluzioni per il dilazionamento delle spese, di cui, per citarne due su tutti, quello, di pubblica utilità, dei pagamenti di bollette e utenze verso la Pubblica Amministrazione grazie alla partnership con PagoPa e con l’app IO, e quello con la piattaforma di commercio sostenibile Subito.it.
Prove gratuite e bonus
Se si pensa al mondo dei servizi, esiste tuttavia un’altra formula che conserva, di base, la possibilità di usufruire di un beneficio pagando a posteriori, o addirittura scegliendo se acquistare o meno.
Un esempio lampante è quello delle prove gratuite, per un tempo limitato di un mese oppure di una settimana, proposte dalle piattaforme di streaming di film e contenuti video o audio, da Amazon Prime a YouTube Premium, fino a Mediaset Infinity, anche se è stato Netflix ad aprire le danze.
La scelta di sottoscrivere l’abbonamento o no dopo la prova spetta all’utente e allo stesso modo funziona di fatto, nel campo del gioco a distanza, il bonus senza deposito proposto dalle principali piattaforme legali online. In questo caso l’operatore liquida un credito virtuale da spendere nei giochi, e l’utente maggiorenne registrato non è impegnato, inizialmente, all’apertura di un conto di gioco, potendo scegliere soltanto dopo la prova se effettuare o meno un primo deposito.
Funziona più o meno così anche nel mondo dei videogiochi, con le versioni di prova dei titoli più acclamati prodotti dalle più grandi aziende madri: i gamer li possono provare in versione completa effettuando il download, e poi, al termine delle ore di gioco, se soddisfatti, possono scegliere se acquistare il videogioco, mantenendo peraltro intatti i livelli già raggiunti nel testing.
Programmi cashback
I programmi cashback fanno un po’ la parte inversa delle formule di gestione del risparmio elencate sopra: in questo caso, infatti, l’acquirente che aderisce alle numerose iniziative di cashback che ormai affollano la Rete dell’e-commerce, prima acquista, e poi riceve un rimborso in percentuale sulle spese sostenute, quando abbia raggiunto un certo margine di spesa utile a sbloccare il benefit.
L’iniziativa, dal lato delle imprese private – e che tuttavia richiama al concetto di funzionamento di fondo del Cashback di Stato – sta davvero spopolando, tanto che piattaforme come Cashback World e Bestshopping sono nate proprio con l’idea di raccogliere ed erogare rimborsi all’acquirente digitale dai negozi convenzionati di tutte le categorie commerciali.
Le percentuali restituite possono variare, a fronte di una soglia minima di spesa, dall’1 per cento al 5 per cento sul totale, ma la comodità sta nel fatto che gli shop in partnership sono migliaia, tra fisici e online.
Il guadagno finale, dunque, può essere anche vantaggioso, e lo stesso vale per le aziende che accettano questa modalità, poiché si assicurano una fedeltà del cliente nel tempo, se non altro per quel lasso necessario utile a maturare il beneficio.